di Enrico Campana
“OMAGGIO LIRICO A PIERO DELLA FRANCESCA “: questo il titolo dell’evento ad opera dell’Associazione degli scrittori aretini “Tagete”, realizzata in collaborazione con “Terra d’Arezzo” e con il prezioso appoggio della Soprintendenza ai Beni S.A.P.A.E. di Arezzo. E ‘lirica’ è stata davvero: una stella internazionale del bel canto, Paola Sanguinetti, soprano di Parma – allieva di Katia Ricciarelli e che da quasi vent’anni, oltre a interpretare le più celebri eroine del melodramma, duetta in giro per il mondo con il tenore Andrea Bocelli – ha eseguito con le sue meravigliose corde vocali brani di intensa religiosità ispirati principalmente alla figura di Maria e alla fine del concerto si è detta emozionata e fiera di aver cantato in un contesto di così eccezionale valore. All’organo un aretino doc, affermato e apprezzato in Italia e oltre, il maestro Matteo Andreini.
In apertura di serata e poi tra un brano musicale e l’altro, mentre su un grande schermo scorrevano le immagini delle varie scene della Cappella, la lettura di alcuni tra i tanti testi letterari e critici scaturiti dalla bellezza del Ciclo della Vera Croce: “pellegrino della bellezza” si definiva nel 1928 Andrè Suares, incantato da una chiesa ‘disadorna’ ma che conteneva “una delle più alte espressioni artistiche d’Europa”, come pure l’americano William Weaver, che nel 1984 definiva gli affreschi della cappella absidale “un trionfo di colore e di movimento” (e chissà cosa avrebbero scritto vedendo gli affreschi dopo il restauro terminato nel 2000…).
Le loro parole hanno dato il via alla lettura dei versi di Gabriele D’Annunzio, Pier Paolo Pasolini, Mario Luzi, poeti illustri folgorati da Piero e a cui si sono aggiunte le più recenti poesie di Patrizia Fazzi, altra scrittrice doc, e di Davide Puccini, docente universitario di Piombino, i quali all’emozione della grande pittura hanno dedicato interi libri. A chiudere alcune pagine di Roberto Longhi, che per primo intuì e riportò in primo piano la grandezza di Piero: il tutto affidato a due affermate voci recitanti, Monica Catinelli e Pierangelo Mazzeschi, che hanno duettato anch’essi con intensità e spessore, riscuotendo, come il soprano, meritatissimi applausi. Ma non è tutto: la serata, condotta con grande linearità e partecipazione da Pier Luigi Rossi, presidente di “Terra d’Arezzo”, da anni impegnata per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale aretino, si è arricchita di un filmato di Piero Comanducci a ricordo di padre Giulio Renzi, propugnatore del restauro della cappella e suo attento esegeta. In prima fila, quasi commosso e – come tutti – emozionato davanti alla Cappella Bacci riportata dopo dieci anni, per la seconda volta, alla sua luce, Silvano Lazzeri, tra i più validi curatori e artefici dei restauri.
Musica, letteratura, pittura: un vero capogiro di suoni e colori per il pubblico che l’Associazione Tagete ha esortato ad “Abitare poeticamente la città”, secondo il titolo di un progetto ripreso da un libro di un'altra ‘star’ culturale chiamata ad Arezzo, il Prof. Emerico Giachery, eminente saggista e scrittore di Roma. Il suo intervento vibrante di passione per la poesia e l’arte ha siglato e dato il crisma ad un progetto culturale che mira a dare più spazio ad uno sguardo ‘poetico’ verso l’ambiente cittadino, il suo convivere in armonia con la storia e i suoi segni, ma anche in spirito di amicizia e amore verso gli altri, non di profitto e sopraffazione. L’amore per Piero, ha confessato Giachery, nacque nel 1944, nella Roma appena liberata, visitando da giovanissimo una mostra a Palazzo Venezia, che riuniva i tesori dell’arte italiana salvati dalla rapina bellica e, tra questi, tre opere dell’artista di Sansepolcro. Un amore quasi esclusivo e ininterrotto per l’arte pierfrancescana che in lui, anch’egli ‘viandante dell’arte’, si è rafforzato andando a scoprire e respirare il fascino quasi misterioso del territorio aretino, che fa tutt’uno con la forza evocatrice della poesia.
All’evento, patrocinato tra l’altro da Provincia, Ente Fiera Antiquaria, Confindustria e Confcommercio Arezzo e realizzato grazie al contributo di vari sponsor tra cui Banca Etruria, già generoso sponsor dei restauri del 2000, ha dato il suo saluto e plauso il Presidente della Provincia, Roberto Vasai, ed era presente anche l’assessore Provinciale alla Cultura Rita Mezzetti e ha dato in conclusione il suo saluto Nicola Caldarone, presidente di Tagete.
Numeroso e attento il pubblico che, mentre i banchi della Fiera Antiquaria più antica d’Italia andavano chiudendosi dopo una giornata illuminata di sole, ma spazzata dal vento gelido, è venuto a ‘riscaldarsi’ alla luce risorta e ‘omaggiata’ della sacra cappella. Non è mancato un cenno alla Val Tiberina, patria dell’artista biturgense, con due poesie dedicate alla ‘Madonna del Parto’ e alla ‘Resurrezione’: quest’ultima, di Mario Luzi, ha voluto essere un omaggio, a cinque anni quasi esatti dalla sua scomparsa ( 28 febbraio 2005), anche a questa grande voce poetica. ‘Abitare poeticamente la terra’ vuol dire forse proprio porgere orecchio e sguardo più attento al nostro grande patrimonio culturale e in esso riconoscersi e riscoprire risorse ed energie ancora vive? Piero e i poeti direbbero di sì.