FIRENZE. E’ nata la Rete toscana delle professioni tecniche, che riunisce i rappresentanti degli Ordini degli ingegneri, dottori agronomi e forestali, geologi, architetti, chimici e dei Collegi dei geometri, periti industriali, periti agrari della regione, a cui sono iscritti in totale 43mila professionisti.
Si tratta di un’associazione senza scopo di lucro che, come primo obbiettivo, si propone di dare una rappresentanza omogenea alle professioni di area tecnica e scientifica, in particolare nel rapporto con le Istituzioni toscane. Sarà una struttura leggera in cui sono rappresentate tutte le categorie.
Nella prima seduta del Consiglio della Rete, l’ingegnere Paolo De Santi è stato eletto coordinatore, l’architetto Alessandro Jaff vice-coordinatore e il geometra Michele Mariottini segretario. Le tre cariche sono ricoperte a titolo gratuito (così come il ruolo di consigliere) e sono sottoposte a rotazione obbligatoria: ogni due anni cambieranno coordinatore, vice-coordinatore e segretario.
“Vogliamo ridare voce e dignità – dice il coordinatore Paolo De Santi – al ruolo dei professionisti e alla considerazione sociale del loro lavoro, sia nell’attuale situazione economica che per quanto riguarda le prospettive future delle professioni. Crediamo che la creazione della Rete consentirà una rappresentanza più incisiva della funzione delle nostre professioni. Per questo chiediamo di poter partecipare al tavolo di concertazione della Regione Toscana, al pari delle altre forze sociali ed economiche che ne fanno già parte e per dare un contributo positivo all’elaborazione di norme e disposizioni di primaria importanza per i cittadini”.
Fra i primi obiettivi della Rete la richiesta di razionalizzazione di norme e procedure della Pubblica Amministrazione, incentivando la qualità progettuale e ambientale degli interventi sul territorio. “Oggi Stato, Regione e Comuni hanno competenze in materia che si sovrappongono, creando una grande confusione e a volte una vera e propria incertezza del diritto. Noi non siamo per la deregulation, ma per una regulation coerente e di semplice applicazione che dia spazio alla qualità dei progetti: le norme servono e vanno rispettate, ma devono essere coerenti e di semplice applicazione”, dice il vice-coordinatore Alessandro Jaff.
“Anche gli iter burocratici – continua Jaff – sono spesso un labirinto in cui si gira a vuoto, perché ogni Ente ha procedure, modalità e interpretazioni spesso diverse dagli altri Enti. Per questo sosteniamo con forza l’introduzione delle nuove tecnologie nella Pubblica Amministrazione, che possono portare ad una standardizzazione e semplificazione degli adempimenti”.
“In questo senso – conclude Jaff – ci ritroviamo pienamente nelle parole del nuovo Presidente della Repubblica, che ha esortato la P.A. a declinare i principi costituzionali, adeguandosi alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e alle sensibilità dei cittadini, che chiedono partecipazione, trasparenza, semplicità degli adempimenti, coerenza nelle decisioni. E intendiamo portare la pressante richiesta ed il contributo propositivo dei professionisti per il rapido raggiungimento di questo fondamentale obiettivo”.