FIRENZE. Uno spazio, nell’ambito della Festa della Toscana, dedicato alla cultura della legalità, alle vittime e ai loro familiari, che coinvolga giovani e studenti. E’ questa la proposta del presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci, il quale questa mattina ha aperto i lavori del convegno organizzato per la ricorrenza del 17° anniversario della strage di via dei Georgofili nell’auditorium di Palazzo Panciatichi. L’appuntamento, dal titolo “Giustizia, informazione e lotta alla mafia”, vede la partecipazione di amministratori, magistrati e giornalisti, impegnati a rispondere alle domande di tanti studenti.
“Firenze e la Toscana – ha ricordato Monaci – pagarono un tributo di sangue che, ora lo sappiamo, rispondeva a un disegno letale: assoggettare le nostre Istituzioni, il nostro Stato, e cioè noi tutti, alle ragioni degli assassini. Il fondamento stesso della nostra convivenza civile fu aggredito attraverso l’uccisione di inermi, l’aggressione ai simboli e ai luoghi della cultura”. E ha proseguito: “La notte del 27 maggio, a Firenze, piangemmo la fine di un’illusione: quella che la nostra coscienza, la nostra storia, il nostro tessuto sociale e civile, ci rendessero in qualche modo lontani dalle trame eversive della criminalità organizzata”. “Per questo, nel rendere omaggio a quelle morti ingiuste – è la proposta del presidente del Consiglio regionale -, vorrei che la perdita si traducesse in qualcosa di vivo, di attivo. Vorrei nella Festa della Toscana un momento dedicato alla cultura della legalità, intesa come impegno condiviso nelle scuole, nelle università, là dove si scrive il nostro futuro”.
“Firenze e la Toscana – ha ricordato Monaci – pagarono un tributo di sangue che, ora lo sappiamo, rispondeva a un disegno letale: assoggettare le nostre Istituzioni, il nostro Stato, e cioè noi tutti, alle ragioni degli assassini. Il fondamento stesso della nostra convivenza civile fu aggredito attraverso l’uccisione di inermi, l’aggressione ai simboli e ai luoghi della cultura”. E ha proseguito: “La notte del 27 maggio, a Firenze, piangemmo la fine di un’illusione: quella che la nostra coscienza, la nostra storia, il nostro tessuto sociale e civile, ci rendessero in qualche modo lontani dalle trame eversive della criminalità organizzata”. “Per questo, nel rendere omaggio a quelle morti ingiuste – è la proposta del presidente del Consiglio regionale -, vorrei che la perdita si traducesse in qualcosa di vivo, di attivo. Vorrei nella Festa della Toscana un momento dedicato alla cultura della legalità, intesa come impegno condiviso nelle scuole, nelle università, là dove si scrive il nostro futuro”.