FIRENZE. Restituire l’acqua ai comuni e, di conseguenza, ai cittadini. A chiederlo è il presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani.
“Nel caos istituzionale dei provvedimenti estemporanei che il Governo sta producendo – spiega Giurlani – in questo periodo, utilizzando occasioni legislative del tutto estranee alla filiera istituzionale (vedi provvedimenti finanziari del ministro Tremonti) stanno passando spesso nel silenzio totale, scelte che modificano radicalmente le funzioni storicamente svolte dai Comuni e da sempre fortemente radicate nel rapporto fra le comunità locali e i Comuni stessi. Mi riferisco nello specifico ad un pezzo “pregiato” delle funzioni comunali, il servizio idrico”.
Giurlani si vuole fare portavoce delle richieste di tanti cittadini che hanno espresso la loro contrarietà alla privatizzazione di questa preziosa risorsa “mentre in questo Paese ci appassioniamo tutti alla discussione sulla privatizzazione della gestione di questo servizio, con la mobilitazione popolare che ha portato alla raccolta con successo delle firme per il referendum e che ha come obiettivo il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico ai Comuni, il Governo decide (vedi L 42/2009 sulle funzioni fondamentali ai comuni, e lo stesso Decreto Calderoli in corso di approvazione), che l’acqua, il servizio idrico, non appartiene più ai Comuni, non è più servizio fondamentale degli stessi”.
Il Presidente di UNCEM Toscana ribadisce la propria contrarietà e chiede che siano presi provvedimenti “voglio esprimere – afferma in conclusione – il mio totale dissenso rispetto ad una scelta non comprensibile, che ignora il legame indissolubile fra queste zone e le comunità locali, il cui effetto è giornaliero nella vita della famiglia, e chiedo ai comuni, all’Anci Regionale e Nazionale e alla Regione Toscana di mobilitarsi per rovesciare questa scelta compiuta dal Governo”.
“Nel caos istituzionale dei provvedimenti estemporanei che il Governo sta producendo – spiega Giurlani – in questo periodo, utilizzando occasioni legislative del tutto estranee alla filiera istituzionale (vedi provvedimenti finanziari del ministro Tremonti) stanno passando spesso nel silenzio totale, scelte che modificano radicalmente le funzioni storicamente svolte dai Comuni e da sempre fortemente radicate nel rapporto fra le comunità locali e i Comuni stessi. Mi riferisco nello specifico ad un pezzo “pregiato” delle funzioni comunali, il servizio idrico”.
Giurlani si vuole fare portavoce delle richieste di tanti cittadini che hanno espresso la loro contrarietà alla privatizzazione di questa preziosa risorsa “mentre in questo Paese ci appassioniamo tutti alla discussione sulla privatizzazione della gestione di questo servizio, con la mobilitazione popolare che ha portato alla raccolta con successo delle firme per il referendum e che ha come obiettivo il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico ai Comuni, il Governo decide (vedi L 42/2009 sulle funzioni fondamentali ai comuni, e lo stesso Decreto Calderoli in corso di approvazione), che l’acqua, il servizio idrico, non appartiene più ai Comuni, non è più servizio fondamentale degli stessi”.
Il Presidente di UNCEM Toscana ribadisce la propria contrarietà e chiede che siano presi provvedimenti “voglio esprimere – afferma in conclusione – il mio totale dissenso rispetto ad una scelta non comprensibile, che ignora il legame indissolubile fra queste zone e le comunità locali, il cui effetto è giornaliero nella vita della famiglia, e chiedo ai comuni, all’Anci Regionale e Nazionale e alla Regione Toscana di mobilitarsi per rovesciare questa scelta compiuta dal Governo”.