di Giorgio Mancini
MONTECATINI VdC (Pisa). Nell’Oratorio di Santa Barbara, alla Miniera di Caporciano, una mostra fotografica diventa un omaggio mistico alla Madonna di Guadalupe. L’amministrazione comunale ha voluto esporre una installazione di gigantografie del fotografo messicano Alejandro Gòmez de Tuddo, nella chiesetta restaurata, dove troneggia l’antica tela seicentesca del pittore messicano Juan Rodriguez Xuàrez. I minatori erano devoti a questa immagine, un dipinto, tra l’altro, che è l’unico esemplare rimasto del famoso pittore.
Una tela avvolta da un alone di affascinante mistero. Giunta a Montecatini, presumibilmente, nella seconda metà dell’ottocento, facente parte dei beni personali di Ana de Migueis, moglie del conte Demetrio Boutourline, responsabile della Miniera di rame dal 1873 al 1879. Dopo la chiusura della miniera e l’abbandono della zona, l’immagine sacra fu rubata, ritagliata nelle sue parti per farne più quadri, e ritrovata, tempo dopo, dai Carabinieri a Firenze, in una bottega di un antiquario, ma mancante della parte centrale della Vergine miracolosa. Questo importante frammento, stranamente, fu ritrovato, ben protetto, avvolto da un pezzo di nylon, tra le mura dello stesso Oratorio, ormai in abbandono. Riassemblata e restaurata a cura della Soprintendenza di Pisa, il Comune ha voluto che l’opera tornasse nella sua originale sistemazione.
Ora, con questa mostra fotografica, che l’amministrazione comunale spera possa restare stabilmente nell’Oratorio, si racconta della grande devozione di un popolo, gli indios prima, e i messicani dopo, per questa Madonna, apparsa a Juan Diego, il cui nome originario era “colui che urla come un’aquila”. Era la mattina del 9 dicembre 1531, e mentre il povero indios sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere Città del Messico, è attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome, con tenerezza. Queste apparizioni del sedicesimo secolo della Virgen Morena al veggente e i successivi miracoli, sono eventi che hanno lasciato un solco profondo nella religiosità e nella stessa identità culturale messicana.
La mostra fotografica di Montecatini inquadra tanto i tatuaggi sul corpo dei fedeli, che si fanno imprimere per devozione, quanto i tatuaggi che segnano la venerazione di un popolo nella propria terra. In una immagine, scattata nella zona costiera di Tijuana, al confine con gli Stati Uniti, un muro separa i due paesi; questa barriera va oltre la terra ferma, entrando nel mare, ma portando con sé i nomi di coloro che, cercando fortuna “dall’altra parte del Bordo”, trovarono la morte attraversandolo. Anche lì vi è un altare alla Madonna dal volto bruno.