In tempi di spending review miliardi buttati al vento
di Lexdc
SIENA. E’ spietata la sentenza di Famiglia Cristiana, nel commentare l’inchiesta che riguarda l’acquisto incomprensibile di 131 caccia aerei di combattimento d’attacco. “Bugie d’alta quota” visto il lievitare dei costi della fornitura che non ha doppiamente senso: uno, perché l’Italia non attaccherà mai nessuno; due perché in tempi di crisi e spending review impegnare l’equivalente di una finanziaria lacrime e sangue per soddisfare gli appetiti dell’industria bellica è un controsenso.
Spiega bene l’articolo: “L’aumento è notevole: da 80 a 127,3 milioni di dollari per aereo. Se va bene. Perché in una variante più sofisticata si arriva a 137,1 milioni per velivolo. Gli F-35 sono aerei prodotti dal colosso statunitense Lockheed Martin. Chi li costruisce e chi li compra li definisce pudicamente mezzi multiruolo. In realtà sono aerei versatili che possono sia difendere (comportandosi dunque da caccia) che attaccare (alla stregua di veri e propri bombardieri; magari portando anche ordigni nucleari). Soprattutto sono pozzi senza fondo. Costano un occhio della testa”. La querelle si trascina da tempo, con marce indietro annunciate dal governo e silenziosi salti in avanti per confermare la commessa miliardaria, che altri paesi Nato hanno peraltro già rimpicciolito, se non disdetto: Olanda, Australia, Norvegia, Canada. Senza dimenticare che questi F35 sono ritenuti difettosi ed eccessivamente costosi dal Gao (Government Accountability Office degli Stati Uniti d’America: un organo equiparabile alla nostra Corte dei Conti), che riguardo agli F-35 ha dichiarato: “dopo oltre nove anni di progettazione e di sviluppo e altri quattro di produzione, il programma Jsf (Joint Strike Fighter, ndr) non ha ancora dimostrato di essere affidabile”.
Prosegue Famiglia Cristiana: “Nel febbraio-marzo 2012, i vertici politici della Difesa sostenevano con determinazione che il prezzo unitario sarebbe stato di 80 milioni di dollari, non un centesimo di più. Dai dati ufficiali forniti dal generale Debertolis, invece, si evince come il progetto F-35 veda crescere costantemente le spese rispetto a quanto ipotizzato all’inizio, analogamente come è già avvenuto nel passato per altri aerei (a suo tempo il Tornado e poi l’Eurofighter). Sarebbe ora che il Governo e il Parlamento mostrassero senso di responsabilità almeno nei confronti dei cittadini italiani costretti a forti tagli e a grandi sacrifici rivedendo la propria decisione”.