ROMA. Se ad oggi pensiamo al mondo delle criptovalute, ci viene facile da pensare alla prima nata cioè Bitcoin. Dopo l’entrata di questa criptomoneta, tantissime sono le altre che sono state create arrivando fino a catalogarle in generazioni diverse. Attualmente parliamo infatti di criptovalute della terza generazione, Bitcoin di conseguenza, fa parte della prima.
Proprio perché appartenente a questo gruppo generazionale, Bitcoin ha molti limiti e “difetti” rispetto alle sue sorelle più moderne. Nonostante ciò è ancora considerata la più famosa e utilizzata, lì dove possibile. Il valore di Bitcoin cresce e si abbassa a seconda della domanda degli investitori proprio come tutte le altre, ma comunque sia è sempre prima in classifica.
Con Bitcoin si possono fare operazioni che con altre criptovalute non è ancora possibile fare, proprio grazie al suo livello di popolarità. L’unica che si potrebbe mettere al momento a confronto con essa, in termini di utilizzo, è la criptovaluta Ethereum, facente parte della seconda generazione delle valute in questione.
Simili ma diverse
Le due, hanno sia delle forti somiglianze come delle differenze. Ad esempio entrambe sono radicate nella tecnologia blockchain che consentono così di tenere elencate tutte le transazioni fatte sulla loro rete e di conseguenza controllare e confermare la cronologia di ogni Bitcoin o Ethereum utilizzato.
Sono entrambe decentralizzate, ma non accettate ovunque. Messe a confronto, c’è da dire che però Bitcoin viene molto più utilizzata come forma di valuta digitale rispetto alla sua concorrente che invece può essere usata solo per transazioni Dapps che vengono eseguite direttamente sulla rete Ethereum. Quindi, nonostante qualche somiglianza, le due criptomonete hanno utilizzi diversi.
Vediamo quanto detto più da vicino. Anzitutto Bitcoin è più famosa: quando si pensa a una moneta criptata, la prima che venga in mente a chiunque è Bitcoin. In più, per poter vendere o acquistare criptovalute si ha bisogno di una piattaforma exchange e Bitcoin viene accettata da molte più piattaforme. Presenta anche una piattaforma dedicata completamente ad essa ovvero Bitcoin Prime. Ha una tecnologia così radicata da rendere difficile gli attacchi hacker in quanto tutti i blocchi presenti devono confermare e accettare i termini delle transazione. Al contrario invece, qualsiasi operazione sarebbe impossibile da fare.
La quantità di Bitcoin è limitata, traendo da questo limite uno svantaggio. Tuttavia grazie proprio al limite stesso, il valore della Bitcoin aumenta ogni volte che ne viene creata un’altra dai miners.
La rete Ethereum ha studiato bene il meccanismo di Bitcoin prima della sua entrata in commercio, studiandone i vari difetti e vantaggi. Ethereum ha sentito l’esigenza di creare una proprio criptomoneta chiamata Ether per usarla nella sua rete per gli Smart Contracts e le Dapps. Il principio di mining in questa rete è pressoché uguale a quello di Bitcoin, ma a differenza di quest’ultima, i miners qui possono aggiungere una commissione nel momento della conferma di una transazione. In più abbiamo detto che Bitcoin ha una quantità limitata che ad oggi è di 21 milioni; in Ethereum invece questo limite non esiste ma non può essere usata come la prima e Bitcoin non può ovviamente essere usata su Ethereum.
Quale sarà la migliore?
Attualmente i trader si chiedono se effettivamente un giorno Ethereum supererà del tutto Bitcoin oppure no.
Purtroppo il mondo delle criptovalute è molto imprevedibile ed è difficile fare delle previsioni future a lungo termine. Quindi è bene non spingersi molto più in là con i progetti ma pensare ad un futuro prossimo. Importante è porsi delle domande prima di iniziare a fare trading con una o con l’altra. Alcune sono quelle di cui abbiamo già parlato cioè quanto sono accettate ed utilizzabili al giorno d’oggi e quanto saranno utilizzate ed accettate in futuro.
In più bisogna vedere sempre il valore che al momento quello Bitcoin è certamente più alto, ma non può essere una verità assoluta e tutto potrebbe cambiare da un secondo all’altro.
