Jacopo del Casentino e altri pregevoli pittori in mostra
PRATOVECCHIO, Un’occasione speciale, anzi unica, per chi vuole visitare una mostra di grande livello (e che esca dagli schemi delle ‘mostre preconfezionate’ per i non addetti ai lavori) è quella allestita a Pratovecchio, presso il Teatro degli Antei, trasformato in galleria di opere che vanno dal 1300 al 1430 circa: la mostra si intitola Jacopo del Casentino e la pittura a Pratovecchio nel secolo di Giotto e fa parte del ciclo La città degli Uffizi, ideato da Antonio Natali per far dialogare il grande Museo degli Uffizi con il territorio toscano, riscoprendo e valorizzando quel patrimonio artistico spesso ignorato dal grande pubblico, disposto a tour de force per raggiungere mostre di grido, ma meno informato sui tesori che si trovano vicino a casa. Così questa mostra ha il notevole merito di riunire non solo Jacopo del Casentino con la sua terra di origine, ma anche di rendere possibile l’esposizione di altri pregevoli artisti e di splendide opere presenti nel territorio casentinese, così ricco di storia e bellezze naturali, ma anche di arte sparsa nelle sue pievi e castelli.
Chi percorre le sale della mostra può vedere spiccare, sul fondo rosso delle pareti, tempere su tavola a fondo oro in stile giottesco raffiguranti in variazione infinita Madonne con il bambino, Santi, volti di Cristo, scene dell’Annunciazione e dell’Assunzione della Vergine. Opere provenienti in parte dalla Galleria degli Uffizi e dalla Galleria dell’Accademia, in parte dal territorio stesso della valle casentinese, dai borghi più noti – Poppi e il suo castello, Pratovecchio, Stia, – alle più piccole frazioni: Poppiena, Castel San Niccolò, Montemignaio, Pagliericcio, Valiana. Tutti centri arricchiti da un’opera che ora si trova ricongiunta al suo contesto spirituale ed artistico e si offre allo sguardo ricordando il suo antico autore, dal più famoso Jacopo a Taddeo Gaddi, Bicci di Lorenzo, Giovanni del Biondo, Giovanni dal Ponte e altri ancora, alcuni non del tutto identificati ma sicuramente attivi nell’arco cronologico preso in esame e artefici di opere mozzafiato, come l’anonimo pittore della Madonna della neve, con gli angeli che a lato del trono fanno scendere candidi fiocchi. Dalla cappella dei Conti Guidi del castello di Poppi proviene un affresco di Taddeo Gaddi, di cui è presente anche una lunetta Madonna con il bambino, da Stia una superba e originale Assunzione di Scolaio di Giovanni, da Pratovecchio infine la splendida Annunciazione di Giovanni dal Ponte, con l’angelo dalle ali policrome che s’invola verso Maria. Ma altre ancora sarebbero le tavole degne di nota e tra esse segnaliamo un graduale miniato proveniente dalla Biblioteca Rilliana di Poppi, le cui decorazioni Mario Salmi attribuì nel 1928 alla mano di Jacopo del Casentino. Dell’autore che dà il titolo alla mostra la Galleria degli Uffizi ha qui trasportato il trittico Cagnola, unica opera da lui firmata, e un San Giovanni Battista è giunto dalla Galleria dell’Accademia, a segnare il rientro in patria di questo pittore, la cui genealogia Cristoforo Landino, l’umanista sepolto a Borgo alla Collina, fa discendere da Francesco degli Organi, anche se è mito poco documentabile.
La mostra, curata da Daniela Parenti e Sara Ragazzini, è nata dalla collaborazione strettissima tra la Galleria degli Uffizi, la Diocesi di Fiesole, le Sovrintendenze B.P.A.S.A.E. di Arezzo e Firenze, la Provincia di Arezzo, il Comune di Pratovecchio-Stia (recentemente formato), la Proloco di Pratovecchio ed è stata portata a buon fine dal Comitato scientifico e organizzatore, che ha riunito anche in un raffinato catalogo le opere in mostra, corredate da schede storico-critiche illustrative, con approfonditi interventi e saggi di Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, e di I. Chabod, D. Parenti, F. Pasetto, P. Pirillo, S. Ragazzini. La mostra, inaugurata il 14 giugno 2014, ha registrato un elevato successo ed è visitabile fino al 19 ottobre con orario lunedì-venerdì 15.00 -19.00 – sabato e domenica 10-13 15-19.00. Info: Opera Laboratori Fiorentini, Ufficio Firenze Musei, Tel. 055 294883 e nel sito www.pratovecchiocittadegliuffizi.it
Chi percorre le sale della mostra può vedere spiccare, sul fondo rosso delle pareti, tempere su tavola a fondo oro in stile giottesco raffiguranti in variazione infinita Madonne con il bambino, Santi, volti di Cristo, scene dell’Annunciazione e dell’Assunzione della Vergine. Opere provenienti in parte dalla Galleria degli Uffizi e dalla Galleria dell’Accademia, in parte dal territorio stesso della valle casentinese, dai borghi più noti – Poppi e il suo castello, Pratovecchio, Stia, – alle più piccole frazioni: Poppiena, Castel San Niccolò, Montemignaio, Pagliericcio, Valiana. Tutti centri arricchiti da un’opera che ora si trova ricongiunta al suo contesto spirituale ed artistico e si offre allo sguardo ricordando il suo antico autore, dal più famoso Jacopo a Taddeo Gaddi, Bicci di Lorenzo, Giovanni del Biondo, Giovanni dal Ponte e altri ancora, alcuni non del tutto identificati ma sicuramente attivi nell’arco cronologico preso in esame e artefici di opere mozzafiato, come l’anonimo pittore della Madonna della neve, con gli angeli che a lato del trono fanno scendere candidi fiocchi. Dalla cappella dei Conti Guidi del castello di Poppi proviene un affresco di Taddeo Gaddi, di cui è presente anche una lunetta Madonna con il bambino, da Stia una superba e originale Assunzione di Scolaio di Giovanni, da Pratovecchio infine la splendida Annunciazione di Giovanni dal Ponte, con l’angelo dalle ali policrome che s’invola verso Maria. Ma altre ancora sarebbero le tavole degne di nota e tra esse segnaliamo un graduale miniato proveniente dalla Biblioteca Rilliana di Poppi, le cui decorazioni Mario Salmi attribuì nel 1928 alla mano di Jacopo del Casentino. Dell’autore che dà il titolo alla mostra la Galleria degli Uffizi ha qui trasportato il trittico Cagnola, unica opera da lui firmata, e un San Giovanni Battista è giunto dalla Galleria dell’Accademia, a segnare il rientro in patria di questo pittore, la cui genealogia Cristoforo Landino, l’umanista sepolto a Borgo alla Collina, fa discendere da Francesco degli Organi, anche se è mito poco documentabile.
La mostra, curata da Daniela Parenti e Sara Ragazzini, è nata dalla collaborazione strettissima tra la Galleria degli Uffizi, la Diocesi di Fiesole, le Sovrintendenze B.P.A.S.A.E. di Arezzo e Firenze, la Provincia di Arezzo, il Comune di Pratovecchio-Stia (recentemente formato), la Proloco di Pratovecchio ed è stata portata a buon fine dal Comitato scientifico e organizzatore, che ha riunito anche in un raffinato catalogo le opere in mostra, corredate da schede storico-critiche illustrative, con approfonditi interventi e saggi di Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, e di I. Chabod, D. Parenti, F. Pasetto, P. Pirillo, S. Ragazzini. La mostra, inaugurata il 14 giugno 2014, ha registrato un elevato successo ed è visitabile fino al 19 ottobre con orario lunedì-venerdì 15.00 -19.00 – sabato e domenica 10-13 15-19.00. Info: Opera Laboratori Fiorentini, Ufficio Firenze Musei, Tel. 055 294883 e nel sito www.pratovecchiocittadegliuffizi.it