L
di Patrizia Fazzi
AREZZO. Un tutto esaurito in apertura e ovazioni giovedì 26 gennaio scorso per Isa Danieli in “L’abissina”, diretta da Ugo Chiti: un ottimo inizio per il “Teatro Mecenate”, che oggi (2 febbraio) prosegue con Medea di Euripide, dramma affidato a Pamela Villoresi e David Sebasti. E anche qui già posti sold out, con la gioia di molti appassionati dell’antica arte che finalmente possono accedere ad un nuovo spazio teatrale.
Così Arezzo, che da vari anni scalpita per la chiusura del Teatro “Petrarca”, tuttavia, in attesa del restauro di quello che resta la sede più prestigiosa per spettacoli teatrali e musicali, un luogo fisico per il suo teatro l’ha trovato, anzi ritrovato: lo spazio rinnovato dell’ex Auditorium adiacente alla Scuola Media “Francesco Severi”, zona Tortaia, Via Dante. Un auditorium completamente ristrutturato e adeguato alle esigenze sceniche e di accoglienza degli spettatori e attori: poltroncine, camerini, sipario, attrezzature, tutto in un allestimento nuovo e confortevole, capace di ospitare 300 spettatori, grazie all’intervento messo in atto dall’Assessorato Comunale alla Cultura e dagli uffici tecnici dell’amministrazione aretina. Il grande palcoscenico ( 10 metri per 6,50, altezza 6,30) ospiterà la stagione di prosa 2011-12, con nomi eccellenti e un cartellone di tutto rispetto. La vicinanza al plesso scolastico fa auspicare anche l’interesse delle nuove generazioni e un’integrazione tra studio canonico e formazione culturale in senso lato. A sottolineare l’intento formativo, non solo per i giovani, ma per un pubblico allargato, la matrice classica del nome del Teatro, intitolato a Gaio Cilnio Mecenate (68–8 a.C.), influente consigliere dell’imperatore Augusto. Aretino d’origine, Mecenate incoraggiò e sostenne un circolo di poeti e intellettuali tra cui Orazio, Virgilio e Properzio, contribuendo a dar lustro alla Roma augustea e a rendere immortale il proprio appellativo, divenuto sinonimo di liberalità e lungimiranza.
A tutto questo si aggiunge il sigillo di un’opera d’arte che adornerà il sipario del teatro rinnovato, opera donata alla città da uno dei maestri del linguaggio contemporaneo. Infatti il celebre artista Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937), particolarmente legato alla terra toscana, dopo la grande retrospettiva omaggio del “Centro Luigi Pecci” di Prato, ha scelto di confrontarsi con William Shakespeare ed è intervenuto con le sue note cancellature sulla frase shakespiriana tratta da Come vi piace (As you like it): «È il mondo intero una ribalta e tutti gli uomini e le donne sono attori». La citazione avvolgerà le due colonne del teatro alte sette metri, collocate ai lati del boccascena, in un’installazione permanente che l’artista siciliano ha deciso di donare al Comune di Arezzo, con un gesto propiziatore e realmente mecenatesco.
E se il mondo non è altro che un grande palcoscenico, Pasquale Giuseppe Macrì, Assessore alla Cultura del Comune di Arezzo, è pronto a inaugurare ufficialmente il Teatro venerdì 10 febbraio in concordia con i due grandi Shakespeare e Isgrò, a ribadire che ogni luogo può essere adatto alla mise en scene, se inondato dalla magia e dalla fantasia di un testo. «Concepire il teatro ─ ha dichiarato infatti l’Assessore Macrì ─ non vuol dire abitare uno spazio fisico, ma realizzare programmazioni di eventi creativi, per goderne dello spettacolo pubblico in sedi varie, diffuse, nuove o perfino improvvisate».
Il Teatro Mecenate nasce così sotto una buona stella, fregiandosi della prestigiosa collaborazione con Emilio Isgrò, esponente di punta del rinnovamento nel panorama artistico contemporaneo, nonché uomo di teatro e autore, tra l’altro, dell’Orestea di Gibellina, la monumentale trilogia siciliana rappresentata nel Bèlice per tre stagioni consecutive (1983-1985) e ripubblicata di recente, insieme all’opera teatrale completa, dalla casa editrice Le Lettere.
L’installazione, concepita site specific da Isgrò e donata in permanenza al neonato Teatro Mecenate, riannoda i fili della lunga carriera dell’artista, poeta visivo, mente vivace dell’Arte Concettuale, inventore di un linguaggio inedito, La Cancellatura, nata oltre quaranta anni fa. Celebre nel panorama espressivo internazionale, Isgrò ha ideato due strutture cancellate, che suonano come un omaggio al vecchio Cinema della città, il “Politeama” (oggi adibito ad altri usi), in cui campeggiava la stessa citazione dalla commedia shakespeariana riportata oggi “alla ribalta”.
Il Comune di Arezzo, grato a Emilio Isgrò per la disponibilità e generosità, auspica una futura collaborazione con l’artista, in vista di una sua possibile mostra personale alla Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Arezzo, sita in Piazza san Francesco e adiacente agli affreschi pierfrancescani, sede mitica e ambita per ogni artista contemporaneo.
La cerimonia d’inaugurazione è in programma alle ore 12.00 di venerdì 10 febbraio, con il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani a tagliare il nastro tricolore, al fianco dell’Assessore alla Cultura Pasquale Giuseppe Macrì e di altre autorità cittadine. E’ prevista per lo stesso giorno, ore 11.30, la conferenza stampa alla presenza dei coordinatori dell’evento: Fabio Migliorati, Direttore per le Attività Espositive, e Andrea Biagiotti, Direttore per le Attività Teatrali.
Domenica 12 febbraio un altra grande performance, Karénina, una produzione del Teatro Franco Parenti di Milano, dal testo di Lev Tolstoj, per la regia di Giuseppe Bertolucci. E anche per questa visione occorre già affrettarsi al botteghino. (Info: Ufficio Cultura Comune di Arezzo, tel. 0575 377500, ufficiocultura@comune.arezzo.it)