Questa iniziativa è nata quindi dalla volontà delle donne di autodefinirsi, di riappropriarsi del proprio io più profondo, iniziando anche dai modelli femminili passati e presenti
Sono già più di 130mila le iscritte all’iniziativa su Facebook “Donne dicono NO! In questa settimana su Facebook ‘IO SONO…’” che terminerà oggi (31 gennaio): in seguito all’appello del blog Società Usa e Getta si è diffusa spontaneamente in Rete la scelta di cambiare la foto del proprio profilo con un personaggio femminile di valore universale: da Rita Levi Montalcini a Oriana Fallaci, da Madre Teresa di Calcutta a Marie Curie.
Adesso Facebook ci consente di vivere assieme l’orgoglio di essere donne: il social network rappresenta già oggi l’occasione di comunicarlo e di condividerlo, scoprendo e riscoprendo le une dalle altre le trame del percorso lungo, tortuoso, ricco e valoroso soprattutto, ancora in divenire delle donne e del movimento femminile, che non disdegna i nuovi media di comunicazione.
A chi si è domandato che cosa è Società Usa e Getta. Rispondo che non è un’organizzazione, nè un partito: è semplicemente un blog personale, scritto da una giornalista, specializzata nelle tematiche sociali e della devianza. La vita l’ha portata negli ultimi anni ad orientare più la sua professionalità verso il settore dei new media ed innovazione, ma la passione per la scrittura e la denuncia sociale le è rimasta, mantenendo attivo il suo primo blog, Società Usa e Getta, riversandoci “riflessioni senza bavaglio” utilizzando lo pseudonimo di Sara Mago, da Josè Saramago, premio nobel alla letteratura.
Un po’ a causa dell’attualità politica, un po’ per l’entusiamo di alcune partecipanti all’iniziativa che l’hanno comunicata, dai feedback dalla rete e della stampa c’è stato un forte legame dell’iniziativa allo scandalo del Rubygate, nonostante non sia stato citato nell’appello.
Legare l’iniziativa ad singolo fatto di attualità politica sarebbe alquanto limitativo. Quello che interessa a Società Usa e Getta sono i tanti bunga bunga quotidiani: il diritto ad un lavoro meritocratico senza passare necessariamente per avance sessuali, all’indipendenza economico-sociale, ad una maternità protetta e non vissuta come ostacolo o disagio, la libertà di vestirci o mostrare la nostra femminilità senza pressioni sociali o di un uomo: la questione femminile è molto ampia e complessa. Come del resto l’intento non è quello di stigmatizzare altre donne, o fare moralismi, il fenomeno della prostituzione è una realtà problematica e variegata, e la trattazione del tema richiede innanzitutto dignità.
Una “triturazione mediatica” quella degli ultimi mesi, spesso morbosa nei confronti del corpo femminile, che a volte viene scoperto, altre coperto – ma i due “intenti” non sono altro che due facce della stessa medaglia – che crea nelle donne molto stress e disorientamento.
Questa iniziativa è nata quindi dalla volontà delle donne di autodefinirsi, di riappropriarsi del proprio io più profondo, iniziando anche dai modelli femminili passati e presenti.
Esigenza, come dimostrato dall’ampia e trasversale partecipazione delle donne italiane, che rappresenta un comune sentire, senza divisioni o fazioni.
L’iniziativa “Io sono..” lascia le donne completamente libere di definirsi creativamente, culturalmente, anche perché no, politicamente.. diverse sono state le donne citate, dalla Rita Levi Montalcini alla Fallaci, dal Madre Teresa di Calcutta alla Partigiana.
Ma il bello di questa iniziativa è che sta dimostrando quanto le donne sono unite, ed amano confrontarsi ed imparare l’una dall’altra nelle diversità, che non sono altro che ricchezza.
L’iniziativa non terminerà certo il 31 Gennaio, grazie a questo evento virtuale si è infatti creato un bel network di battagliere (e battaglieri, visto che ci sono stati uomini che hanno aderito) che si sono messi all’opera.. c’è chi ha creato l’evento, c’è chi si è messo a disposizione per l’ufficio stampa, chi ha proposto tante idee… A presto dunque!
Il canale ufficiale per tutte le informazioni è: www.societausaegetta.blogspot.com