TOSCANA. ‘Prevenzione’ fa rima con ‘diminuzione’, almeno per quanto riguarda gli incendi estivi. Primi dati confortanti: secondo il bilancio realizzato dal Corpo Forestale dello Stato, infatti, gli incendi fra gennaio e agosto 2008 – rispetto allo stesso periodo del 2007 – sono diminuiti del 50% (3.788 incendi a fronte dei 7.678 del 2007). Ed è in diminuzione anche la superficie totale interessata dal fuoco (che passa da 182.670 ettari del 2007 agli attuali 33.366 con un calo, in questo caso, di circa l’80%) e la superficie boscata bruciata (si è passati da 93.212 ettari del 2007 a 15.847 nel 2008).
"La carta vincente – spiega Antonio Brunori, segretario generale del Pefc Italia, il sistema di certificazione per la gestione forestale sostenibile – è la prevenzione che si concretizza in una corretta gestione dei boschi, ovvero in un’attività di pulizia, che prevede tagli per diradare formazioni forestali troppo dense, pulizia del sottobosco e taglio dei rami bassi, nonché la creazione di punti di accesso a riserve idriche, collocate in punti strategici. Per non parlare poi – conclude Brunori – della necessità di una costante e corretta informazione ai cittadini, anche attraverso il loro coinvolgimento nella ‘condivisione’ del patrimonio boschivo che rappresenta, oltre ad un capitale economico per la produzione di legna, ma un preziosissimo capitale ambientale in termini di produzione di ossigeno, di assorbimento di anidride carbonica e di tutela dell’assetto idrogeologico". E il ministro delle politiche agricole e forestali, Luca Zaia, ha recentemente sottolineato il sensibile calo di incendi registrato quest’anno, rimarcando il fatto che, se in parte ciò è dovuto al miglioramento delle condizioni climatiche, è anche dovuto al maggiore utilizzo da parte dei Comuni italiani del catasto delle aree bruciate. Ed è proprio quello dell’applicazione della Legge quadro 353/2000 sugli incendi che prevede il catasto delle aree percorse da incendio, che – secondo Pefc Italia – rappresenta un altro punto cruciale nella lotta agli incendi, insieme alla prevenzione: "Occorre – precisa Brunori,– che aumenti ancora da parte dei Comuni italiani l’attenzione alla prevenzione (sono meno del 50 per cento quelli che la fanno regolarmente) e ancora meno (il 46% secondo i dati del “Dossier Incendi 2008” di Legambiente-Protezione civile) gli enti hanno applicato la normativa che impone il catasto post-incendio e che permette di applicare tutti quei divieti necessari – come il cambio di destinazione d’uso dell’area non prima di quindici anni, il divieto di edificabilità per dieci anni e altre attività come il pascolo o la caccia per cinque anni -, che possono scoraggiare le cattive intenzioni".
A dimostrazione che la prevenzione fa la differenza, i numeri che vengono dalle aree in cui è applicata una corretta gestione e pianificazione boschiva: basti pensare al caso del Monte Amiata, nel sud della Toscana, dove non si verifica un incendio da 35 anni, ovvero dal 1973 o alle aree certificate Pefc del Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia dove, nel 2007, il tasso di incendi è stato inferiore allo 0,01% della superficie forestale totale.