"Chi subisce le conseguenze dei litigi del PD sono i lavoratori, gli unici in grado di vedere un piano industriale serio per gli aeroporti toscani"
SIENA. In queste ultime settimane si sono svolti molti presidi dei lavoratori della Toscana Aeroporti Handling, la società che gestisce i servizi di assistenza a terra negli aeroporti toscani di Pisa e Firenze.
La Toscana Aeroporti Handling ha infatti informato le organizzazioni sindacali di aver avuto un’offerta di acquisto delle quote societarie. Nella nota dell’azienda, si precisa che il prerequisito per l’inizio delle trattative “prevede il mantenimento di tutti i posti di lavoro e dei livelli salariali attuali per i dipendenti di Toscana Aeroporti Handling per almeno 2 anni”.
Ora, parlando con i lavoratori, emerge l’ovvia realtà: anzitutto, la prima domanda. E dopo due anni? Molti lavoratori giustamente capiscono che finiti i due anni “garantiti” si aprirà una stagione di riduzione dei salari, dei diritti e apertura a cooperative di prestatori di manodopera. E anche sul mantenimento dei posti in azienda, i dubbi ci sono. E infatti basta vedere cosa è successo, per citare i casi regionali più noti, con la Bekaert e con il Cementificio Testi, passati di mano in mano con il corredo di centinaia di posti di lavoro perduti.
Ma questa vicenda aziendale si intreccia più che in altri casi con una vicenda politica tutta interna al PD. Come sappiamo, da anni il PD fiorentino sta cercando di rafforzare l’Aeroporto di Peretola, aggiungendo la famosa pista parallela all’autostrada. Questa pista sterzerebbe parte del traffico aeroportuale intercontinentale da Firenze a Pisa: tradotto, ridurrebbe il peso del Galilei rispetto al Vespucci.
La stessa dismissione della fermata ferroviaria Pisa Aeroporto è l’esempio. Eppure, molti lavoratori, anche fiorentini, rivendicano l’assoluta follia di sviluppare Firenze a scapito di Pisa. La ragione è tanto semplice quanto banale. Lo spazio. A tal proposito, molti lavoratori di Peretola, facevano notare come la pista attuale di Peretola necessita di interventi importanti di messa in sicurezza a causa del terreno acquitrinoso.
La soluzione più ovvia, che abbiamo sostenuto lungamente in campagna elettorale aderisce alle proposte dei lavoratori: rinforzare Pisa, ristabilire il collegamento ferroviario, rendere l’aeroporto di Firenze un “city airport” a volumi di traffico più ridotti. E, tornare alla gestione pubblica, espellendo multinazionali e speculatori.
E il Pd e Giani che fanno? Niente, nonostante tutto rimangono fermi sull’idea di fare la nuova pista a Peretola. Continuano a vendere la falsa idea di una gestione mista pubblico/privato: come è possibile che sia una gestione mista, quando il pubblico possiede il 5%? Anche la sparata di Letta sembra più una stilettata al vecchio “amico” Renzi. Infatti, come sta accadendo a vari livelli, l’idillio tra il PD romano e quello fiorentino è finito, e si è trasformato in lotta di potere. Chi subisce le conseguenze dei litigi del PD sono i lavoratori, gli unici in grado di vedere un piano industriale serio per gli aeroporti toscani. Dubitiamo che Letta e Giani, tra un litigio e l’altro, vogliano ascoltarli.
Noi del Partito Comunista, invece, continueremo a stare dalla parte giusta!