Grande cordoglio in regione Toscana e nell'ambiente politico romano
di giorgio mancini
SAN GIMIGNANO – “ Ciao Giacomo”. Ci siamo lasciati così, alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, l’ultima volta che ci siamo visti, prima che la terribile e devastante malattia ti colpisse. Saresti dovuto venire a trovarmi: tu prendevi il treno per Arezzo, io correvo al binario 3, dall’altra parte della stazione per il “locale” per Siena. Avevi uno zainetto in spalla con i fogli del tuo lavoro e del prestigioso premio giornalistico che avevi ideato per gli addetti stampa e che, anch’io, sono stato onorato di ricevere, grazie a te, anni fa a Catania. Quei giorni di ottobre, passati insieme a tanti colleghi in Sicilia, li ricordo ancora benissimo, ricordo il tuo entusiasmo per quel “Premio Addetto Stampa dell’Anno” che è stato, e rimarrà, una tua creatura. Ma ricordo anche quei giorni trascorsi in quel convegno a Calci, nella Monumentale Certosa, (nella foto: Giacomo di Iasio mentre parla nel refettorio della Certosa) con tanti giornalisti toscani, ma anche provenienti da altre regioni, che non avevamo previsto, che ci aveva entusiasmato per progetti futuri. Ricordo il momento che sapemmo che la legge bipartisan 150/2000 era stata approvata: eravamo in Comune a Pistoia. Una legge per la quale ti eri, e ci eravamo tanto battuti nella giunta esecutiva del Gus che presiedevi tra mille difficoltà. Ora sono solo ricordi. Ma i ricordi non si dimenticano, come non dimenticheremo te, grande professionista, amico sincero con il quale mi sono anche scontrato perché volevamo che il sindacato valesse di più, e non fosse appiattito dagli interessi di politici che contrabbandano la libertà di informazione con la comunicazione di partito. Le tue qualità professionali e umane e la tua grande disponibilità, restano un pezzetto di quel mestiere che si chiama giornalismo, fatto da Uomini come te.
L’Ansa, stamani, ha battuto la notizia: E’ morto questa mattina, nell’ospedale di Arezzo, il giornalista Giacomo Di Iasio. 58 anni. Lascia la moglie Fiorenza che lo ha assistito fino all’ultimo momento. Dopo esperienze pubblicistiche in varie testate, nel 1988 era entrato, vincitore di concorso, nell’Ufficio stampa del Consiglio Regionale della Toscana. Da subito iniziò una battaglia sindacale per il riconoscimento del praticantato, la valorizzazione professionale ed etica di questo giornalismo, la contrattualizzazione dei colleghi occupati negli uffici stampa degli enti pubblici, fino al varo, nel giugno 2000, della legge 150, la norma che regola le attività di informazione e comunicazione nella Pubblica amministrazione. A lungo presidente del Gruppo toscano di specializzazione (Gus) dei giornalisti di uffici stampa, ha rappresentato le istanze di questo giornalismo in sede di Fnsi. Inventore e segretario generale del premio internazionale ‘Giornalismo: l’addetto stampa dell’anno”, ha lavorato a Roma, sempre come giornalista, prima alla Conferenza Stato-Regioni e poi presso la sede romana della Regione Calabria, come collaboratore del presidente Agazio Loiero, per poi rientrare a Firenze nell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana; fino al luglio 2010, quando si manifestarono i primi segni della grave malattia.