
La peculiare esposizione del distretto sui mercati esteri e in particolare alla concorrenza dei Paesi emergenti, ha negativamente influito sulla redditività operativa di molte imprese, come testimoniato dal livello medio del return on investment (ROI).
La dotazione patrimoniale delle imprese distrettuali, mediamente non adeguata, ha comportato una maggiore incidenza del debito finanziario che, peraltro, nel recente passato, potrebbe anche riflettere un aumento degli investimenti per meglio rispondere alla sfida competitiva globale.
La crisi che ha investito il distretto di Prato è confermata anche dai seguenti sviluppi: i consumi di elettricità, gas e acqua sono calati nel 2008 in maniera significativa; è aumentata la cassa integrazione guadagni (CIG) (+75% la variazione su base annua del monte ore erogato nei primi quattro mesi del 2009), secondo una tendenza peraltro comune al comparto tessile nazionale e al settore manifatturiero nel suo complesso.
Il contesto di riferimento è caratterizzato inoltre da significative riduzioni tendenziali dei prezzi delle materie prime tessili sui mercati interni ed internazionali. Tuttavia la crisi ha determinato anche delle reazioni che testimoniano le potenzialità di sviluppo del distretto: numerosi imprenditori hanno diversificato la linea di prodotto e riconvertito le produzioni; molte imprese hanno investito in nuovi macchinari: esiste in questo momento una capacità produttiva inespressa; diverse aziende hanno delocalizzato (soprattutto in Romania, Turchia, Cina e India) e sempre più la delocalizzazione copre la domanda del mercato locale (es. India); si assiste ai primi processi di integrazione nella filiera : razionalizzazione degli spazi e/o dei processi produttivi tra imprese diverse; non solo processi di integrazione, ma anche acquisizioni di aziende minori da parte dei leader di distretto; da nostre evidenze risulta che dal mese di marzo si sono manifestati i primi segnali di ripresa, dopo un inizio d’anno estremamente difficile. Ad aprile gli ordinativi sono tornati su livelli soddisfacenti; i tradizionali mercati di sbocco (Germania, Francia in particolare) hanno ripreso nell’ultimo mese a sostenere l’export; anche negli USA si evidenziano segnali di recupero; criticità invece sulla Spagna.