L'incontro è avvenuto a Poppi per i 150 anni dell'Unità d'Italia
di Patrizia Fazzi
AREZZO. Quale è stato l’apporto delle donne nel percorso risorgimentale? Una domanda a cui non sempre si è dato forse una adeguata attenzione: da sempre è noto il ruolo fondamentale dell’amazzone Anita nei confronti dell’’eroe dei due mondi’ e di altre figure più note, ma molte sono rimaste per decenni in ombra, mentre rifulgevano i nomi di importanti figure maschili.
Per questo, tra le tante iniziative dedicate alla celebrazione del 150 anni dell’Unità d’Italia, spicca il Seminario di Studi “Donne e Risorgimento” organizzato dal Lions Club Casentino, con il patrocinio della Provincia di Arezzo e molti Comuni casentinesi, svoltosi l’8 ottobre 2011 presso il Castello dei Conti Guidi a Poppi. Coordinata da Zeffiro Ciuffoletti, insigne studioso del Risorgimento e docente presso l’Università di Firenze, la serata, inaugurata dal sindaco di Poppi Graziano Agostini, ha riunito un folto e attento pubblico nelle antiche sale del maniero che ospitò anche l’esule Dante: oltre a Ciuffoletti, si sono alternate le voci di Gigliola Mariani Sacerdoti (Università di Firenze), Alessandra Frontani (Università di Siena), Chiara Pasquinelli (Università di Pisa), Iolanda Richichi (Archivio Alinari), Gian Luca Corradi (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze); moderatore del Seminario Vinicio Serino (Università di Siena).
Le relazioni, corredate dalla proiezione di interessanti immagini e testi storici, hanno aperto una finestra inconsueta sul ruolo multiforme svolto da tante figure femminili, dalle più altolocate, come la Contessa di Castiglione, alle più umili e spesso ignote, come le brigantesse del Sud, donne italiane ma anche straniere – come la scrittrice e giornalista inglese Jessie White Mario – che pure condivisero e appoggiarono la causa dell’unificazione della nostra penisola. Ne è emerso uno spaccato variegato e sorprendente di esperienze e di vissuti tesi allo stesso obiettivo della compagine maschile, di cui hanno supportato con consapevolezza e coraggio lo spirito e gli ideali.
Donne che concretamente hanno agito, combattuto, scritto, intessuto trame anche sentimentali, ma in un’ottica non di eroine del dramma amoroso, ma di compagne di lotta, distinguendosi anche per il comportamento sicuramente anticonformista, in una società ottocentesca che le relegava fuori da ruoli ufficiali di potere, nonchè di diritti politici: non a caso l’evento più significativo emerso al riguardo è l’atto di un gruppo di donne toscane che, al momento del referendum per l’annessione al Regno d’Italia, pur sapendo di non aver diritto al voto nè che i loro voti sarebbero stati conteggiati, costituirono ugualmente un seggio ed espressero il loro parere, quasi a ribadire quel ruolo che le leggi di allora negavano…
Dallo scorrere delle relazioni è emerso come ogni protagonista avesse operato a seconda degli strumenti del suo rango, cultura e provenienza sociale, ma certamente con ricadute di notevole spessore, come quelle della Contessa Cristina Trivulzio di Belgiososo o di Eleonora Pimentel Fonseca. L’iniziativa del Seminario “Donne e Risorgimento, come ha ribadito il presidente del Lions Casentino, Prof. Paolo Caleri, ha voluto offrire un ulteriore contributo alla messa a fuoco del clima culturale e sociale in cui si svolse il travagliato processo unitario, approfondendone un aspetto legato alla vita reale delle donne del periodo, da leggersi non in chiave ‘femminista’, ma di accurata e documentata ricostruzione storica.
Alla fine degli interventi non sono mancate domande e interventi riguardanti l’argomento e le sue connessioni con l’attualità, fino alla dibattuta ‘questione meridionale’, riguardo alla quale il Prof. Ciuffoletti ha attuato un acuto e opportuno distinguo tra la struttura socioeconomica del Nord e del Sud, evidenziando il particolare apporto della Toscana al moto risorgimentale; a conclusione del Seminario il Prof. Serino ha sottolineato il valore della ricerca storica come scuola antropologica e significativo scavo nelle vicende umane e le connessioni di quanto emerso con gli sviluppi successivi del Risorgimento fino ad oggi, in cui occorre rivendicare a voce alta il principio dell’unità nazionale, praticandola non solo con formali celebrazioni, ma con iniziative concrete come quella egregiamente attuata dal Lions a Poppi.