Il compito sarà quello di individuare rischi geologici indotti e residui all'evento
FIRENZE. 40 geologi della Toscana inseriti nell’elenco nazionale dei “geologi a supporto delle valutazioni tecniche in emergenza” del dipartimento Protezione civile. « I professionisti che interverranno nelle emergenze per eventi di tipo C, ovvero di carattere nazionale, in caso di eventi sismici o idrogeologici, sono stati formati attraverso un iter di corsi iniziato circa 2 anni fa», spiega Francesco Ceccarelli vicepresidente e coordinatore della Commissione protezione civile dell’Ordine dei Geologi della Toscana. «I colleghi sono stati formati per intervenire e configurarsi con le strutture della protezione civile. Il compito dei geologi sarà quello di individuare rischi geologici indotti e residui all’evento e di collaborare tecnicamente con tutto il sistema della protezione civile».
Prima regola, prevenzione del rischio. Questa iniziativa ha un forte legame con quello che è l’elemento chiave nella tutela dai rischi, la prevenzione. «Questa è la testimonianza del tentativo di un approccio diverso per creare una società informata e partecipe delle pericolosità della Terra. Come geologi toscani abbiamo aderito in maniera convinta all’iniziativa che nasce da un accordo di programma tra il Dipartimento della Protezione Civile ed il Consiglio Nazionale dei Geologi, in quanto rimarchiamo la natura sociale del geologo. La nostra non è una professione tecnica fine a se stessa ma è anche al servizio del cittadino, e come tale è percepita da chi ha subito l’evento calamitoso. Delle diverse figure tecniche il geologo è la prima a cui la popolazione colpita si rivolge e chiede supporto».
Informare sui rischi. L’importanza dell’informazione la sottolinea anche Paolo Marsan, dirigente del dipartimento Protezione civile nazionale.«Agiamo da stimolatori per gli enti locali. Facciamo interventi a monte con campagne informative con vari livelli di contatto con il cittadino. Cerchiamo di formare formatori, creare delle strutture con il volontariato che conoscono il territorio». Per Marsan, inoltre, «è lo stesso cittadino che deve essere il primo difensore di se stesso. Deve chiamare non solo quando si verifica l’evento, ma anche quando iniziano ad esserci i primi segnali». «E poi – conclude – occorre una maggiore sensibilizzazione da parte di tutti per non compromettere l’ambiente e il territorio con opere che provocano disastri».
Il lavoro del geologo è prevenzione del rischio. La formazione è passaggio importante, come spiega Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine: « La protezione civile italiana, una delle migliori nel panorama internazionale, non poteva non prendere atto che la professione del geologo è di grande rilevanza anche nelle operazioni in emergenza. L’iniziativa del corso si pone nell’ottica di preparare i geologi a portare il loro contributo professionale nel particolarissimo e difficile contesto delle situazioni di emergenza». Ma «vale però sempre ricordare che il geologo è nella prevenzione che svolge il suo lavoro con la massima efficacia e con prevenzione si intende tutto quanto può, e dovrebbe, esser fatto in situazioni non emergenziali per evitare orrori e disastri nei momenti in cui la natura ci ricorda chi è il più forte, per rendere gli eventi calamitosi meno impattanti sulla vita della popolazione. E nella prevenzione rientra il continuo rapporto con la popolazione che deve essere informata dei rischi a cui può essere soggetta, ed addestrata a gestirli evitando panico e stress, che da soli possono far più danno dell’evento».