Ma è necessario costruire antisismico, informare e addestrare nelle zone ad alto rischio
Attenzione e informazione nelle zone a rischio. Però è altrettanto certo che «per evitare vittime dei terremoti l’unica strada praticabile è quella di non vivere, studiare, pregare, lavorare, dormire, mangiare dentro edifici, in zona accertata come sismica, che non sono in grado di reggere al terremoto. Per consolidare, adeguare, o ricostruire tutto l’edificato non antisismico ci vorranno ancora decenni, ma per informare correttamente la popolazione basta molto meno. Il cittadino informato ed esercitato rischia molto meno».
Schedare gli edifici antisismici e quelli no. E in tema di informazione, importante è sapere in quale tipo di edificio si vive, si lavora o si studia. «Sarebbe importante imporre per legge che in ogni edificio pubblico sia indicato a chiare e grandi lettere se sia antisimico o meno. Occorrerebbero indicazioni chiare su cosa fare, come muoversi, come già è giustamente obbligatorio per i rischi di incendio. Forse così si stimolerebbe la popolazione a pretendere quelle decisioni che da troppo tempo attendono attuazione». «Nessuna persona – conclude la presidente Fagioli – per ottemperare ai propri doveri di istruzione, militari, civici, religiosi, di lavoro, dovrebbe esser costretta a stare, in zone sismiche, dentro edifici non sicuri. Mi sembra un principio semplice, che, tra l’altro, riattiverebbe la filiera edilizia, inceppata dalla crisi».
Edilizia a rischio, pochissime le scuole a norma. Dunque, il vero problema sono gli edifici, anche quelli pubblici, che non rispettano le norme antisismiche. «Dai dati del censimento dell’edilizia scolastica del Ministero dell’Università e della Ricerca (2012) risulta che in Toscana su 2.839 edifici scolastici solo 566 sono stati progettati in accordo con le normative antisismiche, gli altri, cioè l’80% del totale no. Mi domando: gli studenti, e le loro famiglie, sono stati informati se i locali dove si svolgono le lezioni sono o non sono in grado di non crollare per un terremoto»? A questo riguardo non è certo facile la decisione che devono prendere in queste ore i presidi. «E le commissioni esaminatrici per la Maturità, cui il ministro Maria Chiara Carrozza ha graziosamente concesso la facoltà di decidere su un eventuale slittamento delle prove, nelle zone toscane ed emiliane interessate dall’attuale sciame sismico, sono state informate se gli edifici dove le prove d’esame si svolgono sono o non sono antisismici»?
Anche geologi nella progettazione degli edifici. «I professionisti delle scienze della terra (e dei terremoti), i geologi, sono ancora oggi la cenerentola della filiera della progettazione, perché pongono limiti e segnalano rischi che”frenano lo sviluppo”, salvo esser chiamati a fare i capri espiatori quando non hanno previsto l’imprevedibile».
Informazione e prevenzione. Non è certo facile convivere con il terremoto, con scosse che non sai quando arrivano e con quale intensità. «Convivere col rischio sismico non è facile, ma forse un maggiore impegno delle istituzioni per informare correttamente circa esistenza ed entità di tale rischio potrà evitare più tragedie della filosofia dello struzzo. Non è ignorando e alimentando ignoranza che si risolvono i problemi». Secondo la presidente dei Geologi, «la soluzione si chiama prevenzione, ma anche corretta, continua, capillare informazione delle popolazioni a rischio, e repressione del terrorismo mediatico pseudoscientifico, che per pochi secondi di audience può cancellare anni di educazione ed informazione corretta».
I terremoti, una situazione “normale” per la Terra. Quanto accade in Lunigiana altro non è che la normale vita del nostro pianeta. «La superficie della Terra non sta mai ferma, alcune zone, ben note, si muovono molto più di altre, e muovendosi “scricchiolano”. Questi scricchiolii si chiamano terremoti. Non sono queste vibrazioni della terra che uccidono, a uccidere sono gli edifici che, a causa di queste vibrazioni, crollano su chi c’è dentro».