ROMA. Commettere errori è piuttosto naturale e accade anche molto spesso, soprattutto quando ci si cimenta nell’esprimersi in una lingua straniera.
In Italia, come in molte altre parti del mondo, la lingua straniera maggiormente studiata è l’inglese. E gli italiani, che si tratti di studenti o meno, sono soliti commettere svariati errori quando parlano questa lingua.
Ma quali sono gli errori più comuni di un italiano che parla inglese? Vediamoli.
L’articolo
In italiano l’articolo determinativo è molto comune e viene usato praticamente in ogni frase, ma in inglese non è assolutamente così.
Questo articolo non si usa davanti ai nomi astratti né davanti ai nomi plurali, come accade invece in italiano, e ciò crea un po’ di confusione, con il risultato che gli italiani anticipino tutti i sostantivi inglesi con l’articolo, anche quando non è necessario oppure è proprio sbagliato.
Il soggetto
Se nella nostra lingua madre il soggetto può occupare diverse posizioni all’interno della frase, ciò non vale per l’inglese, dove deve trovarsi sempre prima del verbo.
Inoltre, esso non può mai essere sottinteso, secondo la lingua inglese, al contrario di quanto avviene per l’italiano, in cui l’uso del soggetto sottinteso è del tutto corretto.
Va da sé che queste differenze tra le due lingue siano causa, spesso, di errori e strafalcioni, che non permettono di spiegarsi troppo bene quando si è all’estero.
Some e any
L’uso di some e any è un altro di quei fattori che destabilizzano gli italiani impegnati in una conversazione in inglese. Questi due aggettivi o pronomi indefiniti hanno un significato identico, ma differiscono per la tipologia di frase in cui sono impiegati.
“Some” si utilizza:
- Nelle frasi affermative;
- Nelle frasi interrogative col significato di offerta o richiesta.
“Any”, invece, è utilizzato correttamente:
- Nelle frasi interrogative;
- Nelle frasi negative;
- Nelle frasi affermative introdotte da “if”;
- Nelle frasi affermative col significato di “qualunque”.
I falsi amici
Come in molte lingue, anche in inglese esistono i cosiddetti “false friends”, ovvero i falsi amici. Questi termini, a prima vista, sembrano davvero simili ad alcuni di quelli italiani, ma in realtà significano tutt’altro. Ma il loro aspetto è del tutto sufficiente per confondere chi si appresta a parlare inglese con poca esperienza.
Alcuni di questi termini sono:
- “Actually”, che non significa “attualmente” bensì “in realtà;
- “Finally”, che non significa “infine”, ma “finalmente”;
- “Eventually”, che non significa “eventualmente”, ma “infine”;
- “Parents”, che non significa “parenti”, ma “genitori”.
La doppia negazione
Questo è uno degli errori più comuni tra quelli che commettono gli italiani quando conversano in inglese. La tentazione di eseguire una traduzione letterale della nostra frase “Non ho incontrato nessuno” è forte, ma è anche errata.
Infatti, nei paesi anglofoni, la doppia negazione, rappresentata nella frase citata da “non” e “nessuno”, è completamente scorretta. Per esprimere lo stesso concetto, dunque, bisognerà dire “I didn’t meet anyone”, che in italiano, secondo una traduzione letterale, suona come “Non ho incontrato chiunque”.
La traduzione letterale
L’errore in assoluto più commesso da noi italiani quando parliamo in inglese è quello di eseguire una serie infinita di traduzioni letterali.
Anche se è facile pensare che, traducendo letteralmente, si abbia la possibilità di esprimersi nel modo più dettagliato possibile, in realtà è semplicemente sbagliato. Spesso, queste traduzioni si dimostrano inadeguate, o incomprensibili, o, peggio ancora, molto lontane dal significato che dovrebbero avere. Ciò accade perché ogni lingua contiene espressioni e modi di dire esclusivi, che suonano insignificanti se traslocati in un altro idioma.
In fondo, la bellezza di una lingua sta proprio in queste espressioni uniche, ed è un vero peccato snaturarle, tentando di tradurle letteralmente.