La mostra "Sulle Rotte del mio Tempo e oltre" chiude il 28 con l
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CORTONA. Passaggio di consegne a Cortona, il 27 apre “Cortonantiquaria” e il 28 di agosto chiude a Palazzo Casali, uno degli avvenimenti che ha saputo sorprendentemente fondersi col programma di arte e spettacolo di questa estate. Tanto di cappello a Mauro Capitani, pictor optimus, artista moderno, attuale, nell’esprimere una pittura che viene da lontano, per cui può essere considerato un importante pontiere fra il Novecento e i Nuovi Tempi. Forse la sua mostra “Sulle Rotte del mio Tempo e Oltre” non è stata sufficientemente divulgata come meritava, anche se i suoi angeli annuncianti volteggiano alle altezze di quelli di San Severino Marche e i cugini forlivesi di Melozzo. Angeli liberati da potenti dominus dell’intrico d’arte, non certo più belli espressivi (e anche loro collaborativi…) di quelli che dal 12 agosto s’intrecciano nei cieli di Cortona, in mezzo a frotte di turisti, e definiti “Angeli Annuncianti”.
Non sono un critico ma nelle braccia però volentieri mi piace perdermi. Non voglio nemmeno pretendere di insegnare ai professionisti a fare il loro mestiere ma l’errore oggi molto italiano di noi che amiamo l’arte è quello di subire la morsa di una tenaglia invisibile che stringe, deformandolo, il nostro genuino approccio. Sospesi fra la malìa inevitabile del Rinascimento – preferendola forse perché nella sua grandezza ci rapportiamo da ignoranti ma anch’essa sempre più fenomeno modaiolo proposto da venerati sacerdoti-cicisbei. L’altra ganascia è il timore di apparire provinciali, per cui ecco cercare il rovello futurista, e il volersi smarrire in certe iperboli estreme e poco comprensibili dell’arte next che a volta può essere un benefico bagno di modernità e anche ricerca tecnologica ammirando certe installazioni, come debbo dire di “Movente” di Gianni Lillo, pittore ante-Carone (e qui non dico nulla… come Dante al passaggio in Aulla..), il quale fa danzare il pulviscolo cosimco.
Credo sia necessario oggi di avere il sano coraggio di scoprire l’arte contemporanea, quella che rimane incastrata fra le tenaglie di due paure ataviche, quella del passato e quella del futuro. Tempus fugit e quindi perché non vivere più compiutamente l’oggi come tratto intermedio del quale si è attori e protagonisti?
Trovo giusto che come tante grandi città d’arte Toscana il Comune di Cortona abbia provveduto a ospitare una mostra-summa a uno dei pittori più caleidoscopici di questa terra, e che l’ascoltato critico fiorentino Giovanni Faccenda accredita di “nobili affinità con alcuni illustri maestri italiani con la sua pittura densa di umori e fremiti di ogni tipo”.
Così la stagione espositiva del Maec forte della presenta di Joe Tilson e Jannis Kounellis ha presentato Mauro Capitani il quale, come suo stile, ha saputo immedesimarsi immediatamente nella realtà nella quale ogni volta viene chiamato portando in dote tutto il suo bagaglio passionale e comunicativo, la capacità di attrarre amici, conoscenti, collezionisti, una “rete” preziosa che gli consente di creare l’antefatto, il fatto e il post-fatto con passaggi televisivi, incontri, ospiti importanti e una documentazione personalizzata degna delle migliori rassegne.Vedi il bel catalogo della Grafica Valdarnese dove nell’ultima copertina – bella trovata – l’artista inginocchiato ti regala con la sua piccola fotocamera uno scatto. Omaggio per chi, “oltre” alla presenza, si è portato a casa anche un prezioso ricordo.
Diciamo che il talento del maestro toscano definito “un colorista” non è aventiniano, isolazionista, stravagante, ma sua abilità è calarsi e fondersi nella storia e nell’ambiente e rendergli omaggio. In questo l’approccio con Cortona l’omaggio è all’Annunciazione del Beato Angelico e al futurista Gino Severini .“
Il sindaco Andrea Vignini ringraziando Capitani all’inizio del catalogo per “aver colto i codici interpretativi, il silenzio, la parola, dipinta, il mito, gli stessi in fondo che animano da duemila anni la nostra città”. Da parte sua l’artista di San Giovanni Valdarno ha concentrato ben 38 opere della sua produzione degli ultimi 20 anni riuscendo a riproporre 6 tele storiche affidate a collezionisti sparsi in tutto il mondo, e per i quali è un inesauribile moltiplicatore di temi, incontri, emozioni. Temi forti che vogliono tinte forti come la sua. “Anche se cambiare rende poco riconoscibile un artista, io mi concentro sempre su una realtà che cambia, perché un pittore non deve mai fare quello che ci si aspetta da lui. E una volta raggiunta la quinta sala di un percorso molto arioso, che ha favorito il successo di questa mostra, in un cavalletto esprimo difatti questa mia idea produttiva”.
Ecco quindi spiegato l’arcano del titolo “Mauro Capitani sulle rotte del mio tempo e oltre”. Il tema è l’Annunciazione, angeli che volano all’esterno, sugli stendardi che invitano a visitare le sue opere, e anche all’interno. L’artista ha definito questa mostra una annunciazione, e qua e là nelle sale ampie incontri angeli piumati di rosso e azzurro che recano un giglio. Ma c’è anche il richiamo alla mitologia, o al culto pagano incontrando un enorme Gufo che paralizza lo sguardo di chi varca la soglia. Forse – mi chiedo – è un gufo posatosi nel giardino del suo studio che ha incrociato il suo sguardo, o la rappresentazione pagana del dio Moloch?
“L’Angelo Annunciante – spiega il maestro toscano – è un concetto nuovo di concepire una mostra che non deve avere fine quando si spegne la luce della vetrina. In effetti la cura posta al catalogo ne fa un documento prezioso per il tempo futuro.
C’è un “oltre” non simbolico e utile, intanto, attaccato al concreto del presente: l’ impegno filantropico del pittore che sostiene con una bella iniziativa la causa dell’autismo, 110 litografie firmate in vendita col catalogo donate a Life Inside, l’associazione che con la sua presidentessa Eleonora Daniela ha creato un gruppo scientifico per tentare di aprire squarci di luce su “angeli speciali”.
La mostra si concluderà sabato e domenica con apertura serale anche dalle 21alle 23. Il maestro sarà presente il 27 ed il 28 per salutare i propri estimatori. Talvolta, mi chiedo, davanti a un quadro si può applaudire?
encampana@alice.it