FIRENZE. Spostare l’attenzione sul territorio e sulle sue esigenze: le comunità montane dovranno rimanere protagoniste di questo processo. Questo il succo del documento “Linee programmatiche per la Montagna Toscana” presentato questa mattina da UNCEM Toscana ai candidati alla presidenza della Giunta Regionale. All’interno del documento, che sarà consegnato ai candidati, una sezione è dedicata in particolare ai fondi regionali per la montagna. Negli ultimi anni la regione ha predisposto un sostegno economico alle politiche per la montagna, che è andato sempre crescendo a differenza dei tagli che sono stati fatti a livello centrale. Dal 2004 le regione ha predisposto un fondo specifico per la realizzazione del Piano di indirizzo per la montagna che inizialmente era fissato a 3 milioni di euro all’anno, aumentato a 4 milioni nel 2008 e a 5 nel 2009, prevedendo una quota aggiuntiva di ulteriori 2 milioni nel bilancio 2010 per un totale di 7 milioni di euro.
“Dai rapporti di monitoraggio annualmente elaborati – si legge nel documento – risulta che nel 2004-2008, periodo di vigenza del Piano, sono stati 23 i milioni di euro di Fondo per la montagna assegnati a favore dei territori montani: 6 milioni di euro provenienti da trasferimenti statali, 17 milioni di euro da risorse aggiuntive regionali. Tali risorse hanno finanziato 475 progetti di iniziativa locale presentati da Comunità Montane e Comuni Montani non inseriti in Comunità Montana per un investimento complessivo sul territorio pari a circa 92,5 milioni di euro”.
I dati, insomma, testimoniano come la regione ha sostenuto politicamente, strategicamente, ma anche economicamente il Sistema Montagna “oggi la Regione – si legge nel documento – si trova sola in questa battaglia non potendo, almeno a breve, fruire della complementarità dei trasferimenti statali. Se si vuole mantenere e implementare questo sistema costituito da Comunità Montane, Unioni di Comuni a Statuto Speciale, Comuni, Province e attori sociali ed economici è opportuno procedere con una valutazione delle possibilità e delle misure finanziarie da adottare”. In questa direzione si inserisce la proposta che UNCEM avanza da qualche anno, quella di prevedere un’indennità compensativa per lo sfruttamento del territorio montano.
Molte altre sono le richieste e le proposte di Uncem Toscana, in particolare nel documento si ribadisce l’importanza delle comunità montane come enti aggregatori che devono affrontare una serie di competenze complesse non più affidabili ai singoli comuni “l’obiettivo – si legge nel documento – è quello di garantire uno sviluppo omogeneo dei territori montani evitando la divisione in enti di “Serie A” ed enti di “SerieB””. Non manca la richiesta di sostegno alla regione per il potenziamento dei servizi nelle zone montane, lo sviluppo delle infrastrutture, il rilancio delle attività produttive.
Sempre oggi è stata presentata anche una iniziativa in difesa dei Comuni e della democrazia locale intitolata “No alla legge del taglione. Una iniziativa popolare per difendere il tuo Comune”. La Petizione è promossa da Legautonomie e UNCEM nazionale e accolta dalle delegazioni toscane dei due enti.
La petizione, naturalmente sarà legata ad una raccolta di firme di tutti gli amministratori locali che è già partita e che terminerà il prossimo 30 aprile. Oltre a questo Legautonomie e UNCEM Toscana vogliono promuovere una mobilitazione straordinaria dei Sindaci, dei Presidenti di Provincia, Comunità Montane ed Unioni di Comuni e degli amministratori comunali e provinciali.
Tra gli elementi centrali della petizione il taglio del sostegno economico da parte dello Stato ai comuni montani “si azzerano – si legge nella petizione – sia il fondo nazionale per la montagna, eliminando risorse preziose per prevenire il dissesto del territorio e per la manutenzione straordinaria della viabilità rurale, sia il fondo ordinario per il funzionamento delle Comunità Montane che sono già state riformate e sono amministrate dai sindaci e dai consiglieri comunali eletti dai cittadini, senza alcun compenso o costo aggiuntivo”.
Le richieste contenute nella petizione sono precise, tra queste: la restituzione per intero ai comuni del mancato gettito ICI, il sostegno con incentivi economici alle unioni ed aggregazioni fra comuni, l’appoggio in montagna alle Comunità Montane quale forma associata e ente preposto alle politiche per la montagna e, infine, il sostegno con risorse adeguate ai comuni montani ed a quelli svantaggiati.
“Dai rapporti di monitoraggio annualmente elaborati – si legge nel documento – risulta che nel 2004-2008, periodo di vigenza del Piano, sono stati 23 i milioni di euro di Fondo per la montagna assegnati a favore dei territori montani: 6 milioni di euro provenienti da trasferimenti statali, 17 milioni di euro da risorse aggiuntive regionali. Tali risorse hanno finanziato 475 progetti di iniziativa locale presentati da Comunità Montane e Comuni Montani non inseriti in Comunità Montana per un investimento complessivo sul territorio pari a circa 92,5 milioni di euro”.
I dati, insomma, testimoniano come la regione ha sostenuto politicamente, strategicamente, ma anche economicamente il Sistema Montagna “oggi la Regione – si legge nel documento – si trova sola in questa battaglia non potendo, almeno a breve, fruire della complementarità dei trasferimenti statali. Se si vuole mantenere e implementare questo sistema costituito da Comunità Montane, Unioni di Comuni a Statuto Speciale, Comuni, Province e attori sociali ed economici è opportuno procedere con una valutazione delle possibilità e delle misure finanziarie da adottare”. In questa direzione si inserisce la proposta che UNCEM avanza da qualche anno, quella di prevedere un’indennità compensativa per lo sfruttamento del territorio montano.
Molte altre sono le richieste e le proposte di Uncem Toscana, in particolare nel documento si ribadisce l’importanza delle comunità montane come enti aggregatori che devono affrontare una serie di competenze complesse non più affidabili ai singoli comuni “l’obiettivo – si legge nel documento – è quello di garantire uno sviluppo omogeneo dei territori montani evitando la divisione in enti di “Serie A” ed enti di “SerieB””. Non manca la richiesta di sostegno alla regione per il potenziamento dei servizi nelle zone montane, lo sviluppo delle infrastrutture, il rilancio delle attività produttive.
Sempre oggi è stata presentata anche una iniziativa in difesa dei Comuni e della democrazia locale intitolata “No alla legge del taglione. Una iniziativa popolare per difendere il tuo Comune”. La Petizione è promossa da Legautonomie e UNCEM nazionale e accolta dalle delegazioni toscane dei due enti.
La petizione, naturalmente sarà legata ad una raccolta di firme di tutti gli amministratori locali che è già partita e che terminerà il prossimo 30 aprile. Oltre a questo Legautonomie e UNCEM Toscana vogliono promuovere una mobilitazione straordinaria dei Sindaci, dei Presidenti di Provincia, Comunità Montane ed Unioni di Comuni e degli amministratori comunali e provinciali.
Tra gli elementi centrali della petizione il taglio del sostegno economico da parte dello Stato ai comuni montani “si azzerano – si legge nella petizione – sia il fondo nazionale per la montagna, eliminando risorse preziose per prevenire il dissesto del territorio e per la manutenzione straordinaria della viabilità rurale, sia il fondo ordinario per il funzionamento delle Comunità Montane che sono già state riformate e sono amministrate dai sindaci e dai consiglieri comunali eletti dai cittadini, senza alcun compenso o costo aggiuntivo”.
Le richieste contenute nella petizione sono precise, tra queste: la restituzione per intero ai comuni del mancato gettito ICI, il sostegno con incentivi economici alle unioni ed aggregazioni fra comuni, l’appoggio in montagna alle Comunità Montane quale forma associata e ente preposto alle politiche per la montagna e, infine, il sostegno con risorse adeguate ai comuni montani ed a quelli svantaggiati.