PERUGIA. Si smontano le tende in questa domenica primaverile al Festival del Giornalismo di Perugia. Palchi smontati, microfoni spenti e sala stampa insolitamente poco caotica, popolata solo dagli ultimi, i temerari che sono rimasti fino alla fine.
La conferenza su Giancarlo Siani, il giornalista del Mattino ucciso dalla camorra a soli 26 anni, stamattina (5 aprile), l’incontro su Baghdad zona rossa con Monica Maggioni nel tardo pomeriggio sono gli eventi più salienti di questa ultima giornata che si concluderà stasera con lo spettacolo del trio Toni Capuozzo, Mauro Corona e Luigi Mairon Tre uomini di parola.
Alla fine di questa 5 giorni intensa e piena di eventi, una panoramica in retrospettiva è doverosa. Invitando a portare il proprio contributo giornalisti provenienti da tutto il mondo, rappresentanti di diversi modi di fare questo mestiere, questa terza edizione del Festival ha affrontato una vasta gamma di temi. Dal giornalismo di inchiesta, a quello televisivo delle reti nazionali; dalle riflessioni sulla gestione delle informazioni nell’era multimediale al dibattito sull’avanzata dei nuovi media a discapito della carta stampata, le conferenze hanno egregiamente enucleato le tematiche salienti relative al mestiere del giornalismo oggi. Due temi, tuttavia, si sono imposti su tutti gli altri: la libertà di informazione e le prospettive concrete che si aprono oggi a chi vuole fare questo mestiere.
Che cosa ne esce in generale? Che il giornalismo sta significativamente cambiando volto, rivoluzionando le sue forme espressive, i suoi strumenti e, di conseguenza, la natura delle sue figure professionali. Questo dicono, chiaramente, le numerose conferenze su nuovi media e informazione globale, sulle nuove forme di giornalismo sul web, nonché i numerosi interrogativi sul futuro della carta stampata.
Fare il giornalista: un altro modo è possibile, questo dicevano nella seconda giornata i giornalisti freelance di Current e freereporter.it, che, interpretando le tendenze di un’epoca sempre più telematica, hanno provato a inserirvi la loro passione per il giornalismo, ripensandole, ad esempio, nella nuova forma di video e canali televisivi fondati sul principio di condivisione proprio della rete.
“Non è il mestiere del giornalismo ad essere in crisi, ma il mercato.”, sottolineava Sergio Romano nella sua conferenza sulle responsabilità etiche del giornalista nella società globalizzata. E conferma questa considerazione Toni Capuozzo, quando, rivolgendosi ad alcuni ragazzi che gli chiedevano consigli, diceva: “In realtà non è il mondo delle comunicazioni ad essere in crisi. Anzi, direi che è in netta espansione. C’è un bisogno sempre crescente di tenere informato il maggior numero possibile di persone, di mettere in contatto tra loro le parti più disparate del mondo. Bisogna prendere atto di alcuni cambiamenti, primo fra tutti l’avanzata dirompente di Internet, per cui il mestiere del giornalista si configurerà, secondo me, sempre meno con la sua figura tradizionale di autore di articoli.”
Ripensare le forme, dunque, e adattarle alle esigenze del tempo presente.
Che cosa ne sarà dunque del giornalismo tradizionale? Sicuramente, a oggi, una risposta chiara e definitiva non si può dare. Quel che è certo è che Internet e le forme multimediali di comunicazione stanno avendo la meglio sulle forme tradizionali, come testimoniano le versione online dei giornali cartacei che si stanno diffondendo sempre di più. Probabilmente, il giornalista del domani dovrà essere in grado di svolgere bene diversi tipi di compiti, da tenere in mano una telecamera, ad allestire e gestire un sito web. “Interpretate i tempi e cercate di trovarvi spazio per le vostre inclinazioni. Siate versatili e pronti ad adattarvi ai cambiamenti.”, conclude Capuozzo salutando gli aspiranti giornalisti all’uscita dell’ultima conferenza.
In generale, dunque, il Festival si è rivelato una buona possibilità per entrare in contatto con gli ambienti del giornalismi, farsi un’idea di questa professione e allo stesso tempo per interrogarsi, insieme ai suoi più grandi rappresentanti, sul futuro del mestiere del giornalismo. Ci diamo appuntamento al prossimo anno.