Gioco d’azzardo uguale slot machine, un’equazione semplice che funziona per buona parte dell’Italia
Degli 88 miliardi di euro del volume di gioco complessivo, 48 (più della metà) arrivano dalle macchinette. Slot machine e videolottery, appunto. Non per tutta la nazione però, perché esistono zone di resistenza, più o meno forte, a questo dominio assoluto. La Toscana è una di queste.
SIENA. La maggior parte delle regioni costruisce la forza degli introiti derivanti dal gioco d’azzardo sulla massiccia presenza di slot machine, come dimostrano le 470.000 sparse sull’intero territorio nazionale, di cui il 10% si concentra nelle sole città di Roma, Milano e Napoli. Evidenti le conseguenze a livello finanziario per Lazio, Lombardia e Campania, considerando che la tassazione sulle macchinette è la più alta nella categoria svago. Un esercente arriva a pagare fino al 54% del guadagno effettivo, portando nelle casse dello Stato 8,8 miliardi di euro. Non a caso le tre regioni citate costituiscono da sole quasi di un terzo del volume di gioco nazionale, toccando quota 27 miliardi di euro. Un mondo completamente a parte rispetto a realtà come Molise, Valle d’Aosta e Basilicata, che insieme non arrivano a un miliardo.
La Toscana si inserisce a metà strada tra super potenze e zone virtuose. La peculiarità della regione è un interesse per i “side games”, quelle specialità che hanno un ruolo meno rilevante nell’economia nazionale. Spicca ad esempio il dato sull’ippica, in cui i toscani sono gli scommettitori più accaniti di tutta Italia. La spesa pro capite è di circa 26€ all’anno, più del doppio della media nazionale. Considerando quanto le puntate sui cavalli siano snobbate nella nostra nazione (al contrario di quanto avviene in Inghilterra), la cifra appena citata è esorbitante. Siena è in prima linea nella faccenda, con il palio che coinvolge scommettitori e appassionati di ogni genere. Poche città come quella delle contrade può sentire una passione sfrenata per i cavalli e le corse. Se il Palio può emozionare solo un paio di volte all’anno, le corse ai cavalli possono ricreare l’adrenalina ogni giorno.
Secondo i dati AAMS pubblicati su ilSole24ore comunque i toscani in media spendono 857€ all’anno in gioco d’azzardo. Buona parte di questa cifra torna indietro con le vincite, sia chiaro. Ma spesso viene investita alla ricerca di una fortuna ancora maggiore, per riempire delle tasche che si svuotano piano piano. Oltre all’ippica è il blackjack il side game riportato alla luce dai toscani, tra i giocatori più accaniti di “vingt-et-un”. La diffusione dell’online rende più difficile stabilire l’appartenenza regionale degli utenti, protetti dalla privacy dell’account, ma le statistiche indicano una tendenza in realtà piuttosto antica. Le passioni per ippica e blackjack non offuscano comunque le videolottery, almeno nelle province di Massa, Prato e Lucca.
Dalle parti di Siena il fenomeno è in fase di avviamento, ma ha già trovato l’opposizione di una parte dei cittadini. Intanto bisognerà vedere le intenzioni della regione, che non ha ancora deciso quale decreto approvare. Difficile ad oggi aspettarsi che sia la giunta comunale di Siena a effettuare la prima mossa, almeno fino a quando il mercato sarà così redditizio. Soprattutto per una città innamorata dei cavalli.