La regione ha sviluppato interessi anche in specialità poco considerate nel resto d'Italia
TOSCANA. Slot machine, cavalli e blackjack. Il campo delle scommesse in Toscana è tutto qui, racchiuso in poche parole, tra categorie ormai consolidate e rinascite prepotenti. Tanto che sul Tirreno la regione dei poeti è ormai quella dei giocatori d’azzardo, di chi si dà all’ippica nel senso più letterale dell’espressione. Perché la passione per le corse dei cavalli e per il 21 non solo fa “British”, ma fa “toscano”. Almeno nel nostro Paese.
Di certo il primato delle macchinette non può essere raggiunto facilmente. Tra una giocata alle slot machine e una puntatina alle videolottery, il toscano medio spende 857€ all’anno secondo dati AAMS di fine 2014. Non è un caso, considerando che alla data dell’inchiesta la provincia leader nel settore dei mini-casinò era Massa, con Prato, Lucca e Pisa comunque ben piazzate. Statistiche più recenti indicano invece la crescita del fenomeno slot intorno alle metropoli italiane Roma, Milano e Napoli, certamente più attrezzate dal punto di vista del numero di abitanti e del potenziale di gioco presente. In ogni caso nel centro Italia solo Lazio e Sardegna precedono la Toscana per importo destinato al gambling dai propri cittadini, anche se va detto che la fascia centrale della nostra penisola è quella meno propensa alle scommesse.
In parte lo è perché i toscani sono affezionati a settori differenti rispetto a quanto viene pubblicizzato maggiormente in Italia. Sorpresa delle sorprese, lo stesso studio AAMS rivela che la Toscana ha il primato di importo medio pro capite giocato nel campo dell’ippica. 26€ all’anno può sembrare una cifra ridotta, ma bisogna considerare che le statistiche non fanno distinzioni d’età, e quindi annoverano anche neonati e minorenni. Peraltro il settore delle scommesse sulle corse dei cavalli ha scarso appeal in Italia, al contrario dell’Inghilterra. Se i sudditi della regina si divertono a puntare i loro quattrini sugli animali più veloci, gli italiani di solito preferiscono lo sport o il blackjack. Nel primo caso dedicandosi a puntate sull’attività agonistica (39€ annui in media), nel secondo affidandosi ai casinò online.
La riscoperta del gioco italianizzato in “21” ha portato sempre più persone a sedersi ai tavoli di blackjack, portando la moda a espandersi per tutta la Toscana. Il brivido della scommessa unito all’abilità di sapersi fermare al momento giusto per evitare di superare la soglia è un richiamo fortissimo soprattutto per le nuove generazioni. Da qui corsi e lezioni teoriche sui calcoli matematici da eseguire per essere efficaci nella lotta contro il banco, tutorial diffusi su siti specializzati o piattaforme come 32Red, William Hill, Unibet e tanti altri. Il rischio e la gioia di aver fatto la scelta giusta, emozioni e adrenalina che sembrano appagare più dell’ippica e quasi quanto le slot machine, come potete constatare ai tavoli di blackjack di 32Red e delle altre piattaforme che offrono room virtuali dedicate al vecchio gioco del 21. Per questo il fenomeno si sta diffondendo per tutta la Toscana, nonostante l’Italia sia ancora piuttosto indietro. Niente di nuovo nel settore gambling, sotto questo punto di vista. Se un tempo l’obiettivo era cercare di elevare il volgare della propria città a lingua nazionale, ora l’aspirazione di un toscano è scoprire la propria di carte e vedere un asso accompagnato da una figura. Adesso che re, regine e fanti non sono più protagonisti di lotte tra comuni, la loro presenza è gradita su un tavolo verde. Virtuale o reale che sia, poco importa. Quello che conta è ottenere il ventuno e portare a casa il piatto.