FIRENZE. Si è svolto alla Stazione Leopolda l’incontro aperto al pubblico del XX convegno nazionale del FAI – Fondo Ambiente Italiano “Esercizi di cultura” dedicato ai delegati e ai volontari della Fondazione, che parla di educazione permanente intesa come una evoluzione che abbraccia l’intero arco della vita individuale coinvolgendo ogni aspetto dell’esistenza.
Prima di dare il via agli interventi Marco Magnifico, vicepresidente Esecutivo FAI, ha letto il telegramma inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che esprime il suo apprezzamento per l’attività del FAI “…Opportunamente suggerite che bisogna allenarsi alla storia, al patrimonio e alla natura di cui l’Italia è ricca… È molto importante che, nella nostra meritevole attività, uno spazio di rilievo venga dedicato all’educazione e alla formazione dei giovani. La scuola e l’università sono presidi decisivi per la trasmissione della cultura e la crescita dei saperi.”
Il sottosegretario del Ministero dei beni e delle attività culturali e rel turismo, Ilaria Borletti Buitoni, ha detto: “Esercizi di cultura: questo è ciò di cui l’Italia ha bisogno, esercizi piccoli o grandi, quotidiani, civici e scolastici. Tutti ne abbiamo bisogno a partire dalle istituzioni, politici, società civile, per recuperare la coscienza di un’identità che ci permetta di tutelare e promuovere il nostro prezioso patrimonio e di ricostruire l’orgoglio e l consapevolezza di quello che è il nostro Paese e di quello che lasceremo alle future generazioni”. Le ha fatto eco la presidente Onorario FAI Giulia Maria Crespi: “La I
l teologo Vito Mancuso ha proposto una riflessione filosofica che rimanda alla terra: “È la natura il criterio numero uno per tornare a parlare con legittimità di bene e di male: dalla visione che sottomette all’uomo tutte le cose a quella che intende servire l’equilibrio naturale. È questo il cambio radicale che il nostro tempo ci impone”.
“Se gli esercizi di cultura non vengono praticati estesamente da giovani e poi per il resto della vita – ha dichirato il presidente FAI Andrea Carandini – sarà difficile veder rifiorire il nostro Paese. Di qui l’importanza fondamentale della scuola. Serve però un insegnamento anche oltre l’aula, che porti a scoprire l’ambiente, il paesaggio, la storia e il bello riunificato al buono di cui l’Italia è ricchissima. In questa direzione il FAI si propone i continuare a offrire il proprio contributo, rafforzandolo sempre più“.
Il giornalista e scrittore Michele Serra ha fatto una sulla ne riflessione sulla necessità della cultura nella vita collettiva constatando in maniera rassegnata che oggi non ci sono più allievi. La cultura cambia e cambiano i maestri, che vengono messi in discussione e perdono autorevolezza. Il ruolo dell’allievo è oggi diverso e sfuggente: vuole imparare più velocemente e con meno fatica e grazie al web ognuno è convinto di poter essere maestro di se stesso e artefice del proprio destino culturale: “È invece importante fidarsi e affidarsi agli altri per ritornare a imparare. Siamo in un fase di massima sfiducia. La cultura, così come la conosciamo, è destinata a diventare un archivio polveroso: per costruire il futuro la cultura deve ricominciare a camminare verso il punto esatto in cui l’allievo incontra il suo maestro”.
Al mondo della scuola e all’educazione sono dedicati i quattro dibattiti a seguire: di scuola dell’obbligo si occupa il pedagogo, già sottosegretario al Ministero dell’Istruzione Marco Rossi Doria, con il contributo della responsabile dell’Ufficio Scuola Educazione del FAI Cristina Marchini; a parlare di scuola superiore la dirigente scolastica, già sottosegretario al Ministero dell’Istruzione Elena Ugolini, con il supporto di Andrea Zoccali del Gruppo FAI Giovani di Varese; il rettore dell’Università rdi Napoli Gaetano Manfredi e la responsabile dell’Ufficio Valorizzazione del FAI Daniela Bruno hanno parlato degli anni dell’università, mentre all’educazione permanente sono atTI dedicati gli esercizi nell’età adulta con l’intervento del vicepresidente esecutivo del FAI Marco Magnifico e del filosofo della University of California di Los Angeles Remo Bodei, che ha parlato di come orientarsi oggi nel mondo in maniera consapevole e responsabile: un compito che richiede doti e competenze diverse dovute alla moltiplicazione di modelli culturali di culture prima separate, allo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa, ma sopratutto alla diffusa incapacità di tenere il passo con la rapida crescita e la relativa obsolescenza dei saperi e di incrementare l’autonomia di giudizio e di condotta delle persone.A concludere i lavori il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Giorgio Rembado.