E intanto il sistema è collassato
I Cittadini, alle prese con mille altri problemi che stanno complicando sempre più il loro quotidiano vivere, pur consapevoli dell’emergenza penitenziaria, sono gioco forza tentati dal prendere posizioni estreme del tipo “tutti fuori” o “tutti dentro e buttiamo le chiavi”.
Purtroppo, mentre la polemica impazza e mentre il dibattito nei talk show vede prendere posizione anche chi un carcere – dentro – non sa neanche come è fatto e come funziona, il sistema penitenziario è ormai collassato. Sovraffollamento di detenuti, scarsità di Personale di Polizia Penitenziaria e delle altre figure necessarie alle previste attività interne, strutture più che fatiscenti, sono la condizione con cui ogni giorno nel carcere si deve fare i conti. Senza considerare che i tagli di spesa pubblica hanno pesantemente inciso anche su questo settore dello Stato, complicando ulteriormente la situazione.
In Toscana la situazione è perfettamente in linea con il quadro nazionale del sistema penitenziario. Anche qui gli interventi che vengono paventati mostrano le contraddizioni e le ipocrisie di quanti vorrebbero far credere che si stia facendo qualcosa, mentre invece non viene fatto niente.
In Toscana le carceri esistenti dovrebbero – se fossero tutte agibili al 100% – ospitare circa 3000 detenuti, mentre in realtà sono oltre 4000 e le strutture sono agibili per circa il 70% dei posti previsti. Ci sono carceri con cantieri aperti (Livorno, Arezzo, Pisa, il Minorile di Firenze), ci sono carceri con interi settori chiusi (Lucca, Montelupo, Massa), ci sono carceri con situazioni tali che andrebbero chiusi e ristrutturati se non ricostruiti nuovi (Siena, Pistoia, Gorgona, San Gimignano, Volterra, Porto Azzurro, Grosseto, Firenze e Prato).
Nel frattempo l’Europa ha messo l’Italia sotto una scadenza, la primavera del 2014, per adeguare gli spazi a disposizione dei detenuti e non violare la carta internazionale dei diritti umani. E allora visto che non si costruiscono carceri nuove, visto che non si depenalizzano reati minori per ridurre il numero delle persone che entrano in carcere per uscirne dopo pochi giorni, visto che non si ristrutturano quelle esistenti per recuperare gli spazi inagibili, si tira fuori nuovamente l’idea di forme di clemenza, che se sganciate da un progetto più complessivo rischiano (come avvenuto per l’indulto di 7 anni fa) di essere inutili.
Nel frattempo che nulla viene fatto, adducendo alla mancanza di soldi (oltre che di volontà), assistiamo al fiorire di idee strane che da tempo la CISL contrasta, come l’ipotesi di spendere qualche milione di euro per portare circa 80 detenuti in regime speciale all’isola di Pianosa (Carcere chiuso da anni e anni). Così come per riformare la gestione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari si spartiranno in piccoli gruppi da 20 gli attuali 100 Internati di Montelupo, in Strutture alternative che porteranno le Istituzioni (Regione in testa) a spendere altri milioni di euro.
Anche per tutto ciò il dibattito di questi giorni non ci appartiene. Noi abbiamo la pretesa, rappresentando gli “addetti ai lavori” di voler pretendere – come facciamo quotidianamente – risposte concrete dalla Politica, risposte che non arrivano e che dimostrano come sia dilagante l’ipocrisia ed il qualunquismo su certi temi.
Noi ci battiamo e continueremo a farlo perché questo stato di cose possa cambiare, in meglio.
Il Segretario Generale – Fabrizio CIUFFINI