"C'è un clima di intimidazione e disprezzo delle corrette relazioni sindacali"
ROMA. Dalle segreterie del Coordinamento RSA Banca M.P.S. – RSA Banca M.P.S. Area Territoriale Centro e Sardegna – FISAC-CGIL Roma Centro Ovest Litoranea riceviamo e pubblichiamo.
“In data odierna abbiamo depositato presso la Sezione Lavoro del Tribunale Civile di Roma un ricorso ai sensi dell’art.28 della L.300/70 (Statuto dei Lavoratori) contro la Banca Monte dei Paschi di Siena, colpevole a nostro parere di comportamenti diretti ad impedire o limitare l’esercizio della libertà e dell’attività sindacale nonché del diritto di sciopero.
Da mesi denunciamo, anche attraverso i nostri comunicati, il clima di intimidazione ed il disprezzo delle corrette relazioni sindacali instaurati nell’Area Territoriale Centro e Sardegna a partire dall’insediamento del nuovo Direttore Operativo. Nonostante le nostre denunce e le nostre prese di posizione, i comportamenti antisindacali si sono moltiplicati giungendo a mettere in discussione diritti costituzionalmente garantiti quali l’adesione ad organizzazioni sindacali ed il diritto di sciopero, attraverso pressioni ed azioni intimidatorie (ad esempio trasferimenti, rimozioni da incarichi, ecc…).
La gravità e la reiterazione dei comportamenti denunciati ha reso indispensabile il ricorso alla magistratura essendo inaccettabile, a prescindere dal clima delle relazioni sindacali aziendali, la compressione o addirittura la negazione di diritti fondamentali”.
“In data odierna abbiamo depositato presso la Sezione Lavoro del Tribunale Civile di Roma un ricorso ai sensi dell’art.28 della L.300/70 (Statuto dei Lavoratori) contro la Banca Monte dei Paschi di Siena, colpevole a nostro parere di comportamenti diretti ad impedire o limitare l’esercizio della libertà e dell’attività sindacale nonché del diritto di sciopero.
Da mesi denunciamo, anche attraverso i nostri comunicati, il clima di intimidazione ed il disprezzo delle corrette relazioni sindacali instaurati nell’Area Territoriale Centro e Sardegna a partire dall’insediamento del nuovo Direttore Operativo. Nonostante le nostre denunce e le nostre prese di posizione, i comportamenti antisindacali si sono moltiplicati giungendo a mettere in discussione diritti costituzionalmente garantiti quali l’adesione ad organizzazioni sindacali ed il diritto di sciopero, attraverso pressioni ed azioni intimidatorie (ad esempio trasferimenti, rimozioni da incarichi, ecc…).
La gravità e la reiterazione dei comportamenti denunciati ha reso indispensabile il ricorso alla magistratura essendo inaccettabile, a prescindere dal clima delle relazioni sindacali aziendali, la compressione o addirittura la negazione di diritti fondamentali”.