La legge regionale, che disciplina il caso di soggetti che occupano senza titolo alcune aree, approvata a maggioranza. Contrarie tutte le opposizioni
FIRENZE. Il Consiglio regionale, a maggioranza, ha approvato alcune misure urgenti sulla gestione amministrativa del demanio idrico e del ppagamento dei canoni di concessione. E’ stato il presidente della Prima commissione, che si occupa di affari istituzionali Giacomo Bugliani (pd) ad illustrarla in aula, precisando che la legge disciplina, in particolare, il caso di soggetti che stanno occupando senza titolo alcune aree del demanio idrico. Con il passaggio della gestione amministrativa dalle province alla Regione sono emerse molte situazioni del genere. In alcuni casi i soggetti hanno fatto specifica richiesta alla provincia per il rilascio della concessione, senza avere risposta. In altri casi hanno sempre pagato il canone richiesto, anche senza titolo concessorio. Senza un intervento normativo, rischiano di essere considerati abusivi e passibili di sanzioni, anche penali.
I soggetti interessati, entro il 30 gennaio 2017, dovranno comunicare alla Regione i dati necessari per il rilascio, entro il 31 agosto 2017, di una concessione temporanea della durata massima di trentasei mesi, con decorrenza primo gennaio 2016, non rinnovabile. Tali soggetti, entro il 31 dicembre 2016, dovranno pagare un indennizzo per l’occupazione di fatto ed una maggiorazione del 20% del corrispettivo, dovuta per ciascun anno di occupazione senza titolo e fino a cinque annualità. “Con la nuova disciplina si va a parametrare l’indennità di occupazione senza titolo delle aree con il canone minimo applicabile – ha precisato Bugliani – Per il 2016 ed i cinque anni precedenti, per coloro che hanno già versato l’indennità, è prevista una maggiorazione del venti per cento, con valenza sostanzialmente sanzionatoria. La maggiorazione si applica anche a coloro che non hanno pagato e devono versare l’indennità dovuta”.
La norma serve anche a garantire alle imprese e agli enti pubblici titolari di concessione la possibilità di regolarizzare in maniera agevolata l’imposta regionale sulle concessioni statali fino al 30 novembre 2016, con termini più ampi per poter completare gli adempimenti necessari all’effettivo versamento dell’imposta.
Questa legge determinerà una minore entrata una tantum per l’anno 2016 di un milione e 800 mila euro. Infatti, a fronte di una previsione di bilancio a titolo di imposta regionale sulle concessioni statali per l’occupazione e l’uso dei beni del demanio pari a 3 milioni, si stima che circa il 60% della previsione sia connessa a soggetti che non dispongono della concessione e che pertanto sono interessati dallo slittamento dal 2016 al 2017 disposto dalla presente legge.
Il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi (LN) ha osservato che l’assestamento di bilancio approvato nello scorso consiglio aveva come principale copertura l’aumento dei canoni di concessione. “Abbiamo parlato di cose che non c’erano due settimane fa – ha rilevato – La sanatoria, inoltre, è molto debole e scritta male, come quando si chiede ai soggetti che hanno regolarmente pagato alla provincia sono soggetti alla maggiorazione del venti per cento”.
Il capogruppo del Pd Leonardo Marras ha ricordato che il Consiglio regionale ha approvato una mozione, che si faceva carico di queste considerazioni. “Dieci province avevano disciplinato questa materia in dieci modi diversi – ha osservato Marras – Questo ha generato una disomogeneità sul territorio, molto difficilmente riconducibile ad unità. Fra l’altro si sono dimenticate di applicare l’addizionale regionale che era pari al trecento per cento. Per questo variamo una legge che riconduce l’addizionale al cinquanta per cento, e richiesta una sorta di sanatoria del venticinque per cento per gli anni precedenti”. Marras ha poi ricordato l’allarme diffuso tra i concessionari a scopi non economici, come orti sociali ed ormeggi. “Facciamo ciò che possiamo nella direzione indicata dalla mozione – ha osservato – Chi ha concessione temporanea sarà ben lieto di essere trattato come gli altri”
Il voto contrario del M5S è stato dichiarato da Enrico Cantone. “E’ un condono in salsa berlusconiana – ha affermato – Si interviene su una situazione che sembra fuori controllo e lo si fa in malo modo”
Giudizio analogo quello di Tommaso Fattori (SI). “Questa sanatoria si applica ad una gamma troppo vasta ed eterogenea – ha sottolineato – Si va dalla grande industria alla cooperativa sociale, fino al singolo cittadino”.