Una scelta radicale
Intervista esclusiva di giorgio mancini
MONTECATINI VdC. Dal motto “Nec recisa recedit” alla frase “Veritas vos liberi facet”. Si potrebbe, forse, sintetizzare così la scelta di vita di padre Massimo Maria Ghionzoli che è diventato missionario. Sarebbe, però, troppo semplicistico e limitativo liquidare con due frasi qualcosa di molto più grande. La prima antica frase latina, che tradotta recita “Neanche spezzata retrocede”, fu usata da Gabriele d’Annunzio per le Fiamme Gialle della Regia Guardia di Finanza nel 1920, per poi diventarne il motto ufficiale nel 1933, tanto da riportarlo nello stemma. La seconda, che vuol dire “la verità vi farà liberi”, si trova, invece, nel Vangelo nelle parole di Giovanni, capitolo 8-32.
Ed è questa la scelta che ha fatto Massimo Maria Ghionzoli che, da allievo ufficiale di complemento della Guardia di Finanza, è diventato missionario. In una lunga conversazione, questo giovane uomo di trentott’anni racconta le tappe di questo radicale cambiamento, come una “conversione”. Ma andiamo per ordine.
Massimo Maria Ghionzoli è stato ordinato sacerdote da parte dell’ordine religioso di S. Giovanni Rotondo “Apostoli di Gesù Crocifisso” il 21 agosto 2012 e, il 26 dello stesso mese, ha celebrato la sua prima S. Messa nel paese nel quale è nato e cresciuto, a Montecatini Val di Cecina, che lo ha calorosamente festeggiato. Terzo di tre figli, da una famiglia originaria del posto, Massimo studia a Firenze e vive una vita “libertina”, come lui stesso la definisce. Bacco, tabacco e Venere non mancano nella sua vita spensierata e, nel frattempo, si laurea in giurisprudenza, pronto ad intraprendere una brillante carriera. Invece, “Qualcuno”, come dice Massimo, sta per indicargli un’altra strada.
La curiosità, dopo la sua consacrazione sacerdotale, è troppo viva, ma rintracciarlo non è affatto facile. Dopo molte telefonate tra Roma e la Puglia, una puntuale indicazione: telefonare ad un refettorio ad un’ora precisa. E, finalmente, si riesce a parlare con padre Massimo Maria Ghionzoli. Prima, molto sorpreso della curiosità e dell’insistenza del cronista, poi, disponibile, fissa un appuntamento per la sera, dopo cena. Sarà lui a richiamare, ed è puntualissimo. Inizia così un’intervista, ma che diventa, fin da subito, un’ intensa e lunghissima chiacchierata al telefono. Il fatto che l’articolo precedente, che il cronista aveva pubblicato sulla sua prima Messa, pur senza conoscerlo direttamente, fosse stato letto da padre Massimo, agevola subito il contatto. “Non si può parlare di fulminazione sulla via di Damasco – dice il neo padre Ghionzoli – il percorso, per me, è stato più lungo, attraverso varie tappe. Basta pensare che, di fatto, ero “uscito” da una chiesa quando avevo diciannove anni, e ho rimesso piede in una chiesa dieci anni dopo, ne avevo ventinove. Un bel po’ di tempo, vivendo in modo molto edonistico”. Racconta che tutto avvenne dopo aver letto libri di filosofie su varie religioni e, casualmente, di aver trovato, su una bancarella, un vecchio librettino su Gesù, che lo aveva attratto per la sua rilegatura, aveva cominciato a leggerlo, ma niente, ancora, di travolgente. “Mi si stava aprendo una finestra – confida padre Massimo – si risvegliava in me il pensiero che Dio esiste. Un giorno, entrando in una chiesa a Ravenna, vidi una piccola luce in un confessionale, mi avvicinai e cominciai a parlare col religioso che c’era dentro, e fu, per me, come vuotare il sacco. Qualcosa mi aveva sorpreso, turbato, il padre era un discepolo di Padre Pio, ecco perché, ora, ho fatto questa scelta: operare al servizio della Divina Misericordia”. Padre Ghionzoli parla raccontando come stava vivendo la sua esperienza di quel periodo buio. “Strano a ripensarci, anch’io mi trovavo nel mezzo del cammin… di dantesca memoria, come lo era stato per Dante. Un’altra volta nella chiesa di Santo Spirito a Firenze, c’era la Madonna pellegrina di Fatima, entrai per curiosità e uno degli organizzatori mi chiese, senza che lo conoscessi, se fossi stato disposto ad accompagnare la Madonna nel suo trasferimento a Napoli. Accettai senza riflettere”. Un fiume di parole e di ricordi. “Una frase mi tornava in mente – continua padre Ghionzoli – quella di una delle confessioni di Sant’Agostino che dice: < Tu ci hai creati per te e il nostro cuore non trova pace finché non trova te >. Ecco, come sono arrivato al sacerdozio, cominciando a cercare di vivere il Vangelo”.
L’ultima domanda; e ora, come missionario? “Credo che la vera missione sia portare l’amore di Dio agli altri, con gioia, nella pace, con felicità. Il mio primo incarico, prima di andare nelle nostre case per il mondo, è quello di fare il viceparroco in un paese di diecimila anime in Puglia. Anche qui c’è tanto da evangelizzare”.
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