Biagioni: "Ormai la criminalità ha messo le radici, che devono essere affrontate dalle amministrazioni"
FIRENZE. Il maxi-biltz contro la camorra di questi giorni è la chiara dimostrazione che ormai la criminalità ha messo le radici in Toscana e pone problemi seri che anche le nostre Amministrazioni, dai Comuni alla Regione si debbono porre. Lo sostiene Massimo Biagioni Direttore Regionale di Confesercenti e responsabile nazionale del settore turistico.
Caduta ogni forma di programmazione dello sviluppo dei pubblici esercizi, s’impone di riflettere se non sia il caso di rivedere qualcosa nel comparto autorizzativo. In particolare in quella che riguarda i requisiti morali e professionali.
Del resto non è un fatto nuovo quanto emerso in questi giorni. Già da qualche anno il settore della ristorazione e più in generale il comparto turistico, in Toscana, sono stati al centro di analoghe vicende, con la chiusura di noti locali a Firenze, Montecatini e in Versilia. Ora è la volta delle pizzerie e l’inquinamento nei cantieri degli Uffizi.
La Camorra e le varie mafie, come abbiamo spiegato da anni, nelle analisi fatte anche in Toscana da “SOS Impresa, Confesercenti” sono la più grande holding company del nostro paese, non conoscono crisi di sorta e si insinuano nell’economia sana divorandola. Sono articolate in un network criminale dedicato al riciclaggio ma anche alla contraffazione.
Condizionano la società, l’economia, la politica, sono in grado di muovere fatturati che si aggirano intorno ai 140 miliardi di euro, con un utile che supera i 100 miliardi al netto degli investimenti. Il solo ramo commerciale sfiora il 7% del PIL nazionale (Dati dell’Osservatorio SOS Impresa Confesercenti www.sosimpresa.it Le mani della criminalità sulle imprese). Tutto ciò inquina il libero mercato, trasformandolo, a discapito di imprenditori onesti e consumatori finali.
Caduta ogni forma di programmazione dello sviluppo dei pubblici esercizi, s’impone di riflettere se non sia il caso di rivedere qualcosa nel comparto autorizzativo. In particolare in quella che riguarda i requisiti morali e professionali.
Del resto non è un fatto nuovo quanto emerso in questi giorni. Già da qualche anno il settore della ristorazione e più in generale il comparto turistico, in Toscana, sono stati al centro di analoghe vicende, con la chiusura di noti locali a Firenze, Montecatini e in Versilia. Ora è la volta delle pizzerie e l’inquinamento nei cantieri degli Uffizi.
La Camorra e le varie mafie, come abbiamo spiegato da anni, nelle analisi fatte anche in Toscana da “SOS Impresa, Confesercenti” sono la più grande holding company del nostro paese, non conoscono crisi di sorta e si insinuano nell’economia sana divorandola. Sono articolate in un network criminale dedicato al riciclaggio ma anche alla contraffazione.
Condizionano la società, l’economia, la politica, sono in grado di muovere fatturati che si aggirano intorno ai 140 miliardi di euro, con un utile che supera i 100 miliardi al netto degli investimenti. Il solo ramo commerciale sfiora il 7% del PIL nazionale (Dati dell’Osservatorio SOS Impresa Confesercenti www.sosimpresa.it Le mani della criminalità sulle imprese). Tutto ciò inquina il libero mercato, trasformandolo, a discapito di imprenditori onesti e consumatori finali.