Il Presidente Miari Fulcis:
FIRENZE. Il P.I.T., Piano di Indirizzo Territoriale, deve essere immediatamente oggetto di un confronto tra gli operatori del settore e la Regione, per arrivare a quelle modifiche che siano realmente utili alla produttività e che, al tempo stesso, non danneggino il paesaggio. Questa la richiesta espressa questa mattina dalla Federazione Toscana di Confagricoltura nel corso di una conferenza stampa convocata per fare chiarezza e, soprattutto, per difendere i reali interessi di tutti gli operatori coinvolti dopo che nei giorni scorsi tante parole sono state spese in merito al PIT recentemente adottato dalla Regione Toscana.
“Le nostre non sono critiche aprioristiche – spiega Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana – ma valutazioni frutto di un attento esame delle tante pagine che presentano il P.I.T. e la Legge per il Governo del Territorio. Ci troviamo però difronte a valutazioni semplicemente anacronistiche, ad una visione bucolica dell’agricoltura, insostenibile sul piano economico, sociale, ambientale ma anche paesaggistico. In questa fase gli operatori non possono certo decidere di fare investimenti a cuor leggero eppure la Regione vuole dare linee di indirizzo, assolutamente soggettive, su come organizzare e gestire quella campagna che proprio gli agricoltori hanno portato ai livelli di eccellenza mondiale che tutti conosciamo. E’ fuori dalle logiche del mercato il criterio, che si vorrebbe adottare, della pianificazione di un’attività produttiva che si vuole invariante strutturale quando in realtà deve proprio essere in grado di poter variare per rispondere alle mutate esigenze di competitività imposte dal mercato”. Nel Piano ci sono anche elementi e principi da difendere secondo Confagricoltura: la libertà di coltivazione e di adozione delle tecniche colturali così come la visione imprenditoriale, dinamica e moderna dell’agricoltura nel rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro e delle buone pratiche agricole già in vigore. “E soprattutto – prosegue Miari Fulcis – dobbiamo difendere il paesaggio che non può che essere il risultato dell’attività economica dell’impresa agricola. Siamo infatti fermamente convinti che la limitazione, o ancor peggio il divieto, della libertà di impresa conduce solo all’abbandono dei terreni ed al degrado del paesaggio, allo spopolamento delle campagne, al dissesto idrogeologico”.
Queste le considerazioni dei vertici e degli associati di Confagricoltura che non vogliono essere una presa di posizione definitiva ma che devono essere il punto di partenza per un confronto reale ed efficace, e che porti risultati concreti, con le istituzioni anche per non rischiare di perdere una parte consistente degli investimenti, privati e della Comunità Europea, previsti dal nuovo Piano di Sviluppo Rurale.
Confagricoltura associa in Toscana 8mila imprese, le più strutturate dinamiche innovative ed aperte al mercato; è l’organizzazione maggiormente rappresentativa sul piano datoriale: con gli oltre 20mila dipendenti delle aziende associate, assicura oltre 2milioni di giornate lavorative; le superfici delle aziende associate coprono 500mila ha, rappresentando una parte rilevante del totale regionale; nel settore vitivinicolo le aziende associate a Confagricoltura con i loro 28mila ha coltivati rappresentano il 52% del vigneto toscano ed il 70% in valore delle bottiglie di vino vendute in tutto il mondo. I più rinomati marchi privati appartengono ad aziende associate a Confagricoltura e preponderante è anche la rappresentatività in tutti i Consorzi della Regione; associa aziende leader in tutti i settori tra cui quello florovivaistico che da solo rappresenta quasi un terzo della PLV regionale e quasi il 50% di quella nazionale