San Gimignano: Il Vescovo di Volterra in una sua chiesa in terra senese
Di giorgio mancini
SAN GIMIGNANO – Il Vescovo di Volterra, Monsignor Alberto Silvani, ha celebrato la festività religiosa degli apostoli San Pietro e Paolo nella piccola e antichissima chiesa intitolata proprio a San Pietro, nella piazza di Sant’Agostino, a San Gimignano. Nel territorio comunale della città delle torri, infatti, vi sono quattro chiese che, pur essendo nella provincia di Siena, appartengono alla diocesi di Volterra. Veri e propri enclavi che risalgono ad antiche divisioni territoriali e di confini.
Così, S.E. Monsignor Silvani ha concelebrato il 29 di giugno in questa chiesa, una Messa con Monsignor Mauro Fusi, parroco della Basilica di Santa Maria Assunta, con il Priore Padre Brian Lowery e Padre Delfio, del convento Agostiniano di San Gimignano. Celebranti anche monsignor Felido Viti, parroco di Casole d’Elsa, e Padre Lorenzo, dei Servi Immacolati del Cuore di Maria, parroco di Pancole. La Messa era stata programmata dalla Confraternita della Misericordia della città che, al momento, cura la piccola, ma splendida chiesa di San Pietro. Alla celebrazione erano presenti anche il governatore della Misericordia, Alberto Congregati, il sindaco di San Gimignano, Giacomo Bassi, che hanno portato il loro saluto al Vescovo Alberto Silvani, e il responsabile tecnico amministrativo dell’istituto diocesano di Volterra che si occupa dell’edilizia di culto, Alberto Fiorini.
Alla Messa ha partecipato anche il coro di Santa Lucia, accompagnato all’armonium da Leonardo Bellucci.
Dopo la celebrazione, nel vicino chiostro del convento di Sant’Agostino, la Misericordia ha offerto un rinfresco a tutti i fedeli presenti.
La Chiesa di San Pietro in Forliano, meglio conosciuta, a San Gimignano, come la chiesetta di San Piero, è un piccolo scrigno d’arte, purtroppo quasi sempre chiusa al pubblico e ai turisti, dove vi sono importanti affreschi e dove dovrebbe essere ricollocato un Cristo ligneo della metà del Trecento, di splendida fattura, che è stato restaurato, già da un po’ di tempo, dalla Soprintendenza di Siena.
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