Secondo la ricerca "Meno comuni = più efficienza, meno tasse e maggior sviluppo"
FIRENZE. Entro la fine del 2016 i Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti (3.000 nelle zone montane) dovranno gestire in forma associata le 11 funzioni fondamentali.
Quanti sono e quanto valgono i “piccoli Comuni” in Toscana? Quali sono i vantaggi con le aggregazioni comunali per i cittadini e le imprese?
Per rispondere a queste domande CNA Toscana ha realizzato la ricerca “Fusione di Comuni: le prospettive per la Toscana” con l’obiettivo di fornire un quadro generale sulle opportunità dei processi aggregativi tra Comuni nella nostra regione. La ricerca ha evidenziato che:
- Il valore complessivo degli incentivi per la fusione ammonterebbe a € 37,9milioni.
- Considerando anche i risparmi nella gestione dei servizi ottenibili nel medio-lungo periodo, il beneficio salirebbe fino a € 58,7milioni: in altri termini, grazie alla fusione, ciascuna aggregazione comunale della Toscana disporrebbe mediamente di € 1,8milioni, che equivalgono a € 587.000 per Comune e a € 139 euro per abitante.
Ha commentato il presidente CNA Toscana Valter Tamburini: “Il 45% dei Comuni toscani ha una popolazione inferiore a 5.000 abitanti. La spesa corrente dei nostri Comuni (€ 1.072 pro capite) è superiore alla media nazionale (€ 944), ma i ‘piccoli’ ci ‘costano’ di più: € 1.190. L’aggregazione è una scelta fondamentale per i cittadini e per le imprese: per recuperare efficienza, ma anche per diminuire la tassazione comunale e recuperare risorse da destinare allo sviluppo del territorio”.
Ha aggiunto il direttore Saverio Paolieri: “I tagli dei trasferimenti statali hanno ridotto le risorse a disposizione dei Comuni. Tra il 2010 e il 2015 i Comuni toscani hanno perso € 565milioni di trasferimenti statali (-58%, cioè -€151 pro capite). In molti casi, con le aggregazioni ipotizzate dalla nostra ricerca, già il primo anno di incentivi coprirebbe gran parte dei trasferimenti persi negli ultimi 5 anni, fornendo le risorse per abbattere la pressione fiscale e stimolare gli investimenti sul territorio. Le piccole imprese, che sul territorio lavorano e per il territorio producono ricchezza, sono molto interessate a questi processi. La pressione fiscale sulle imprese in Toscana va dal 68,5% di Firenze al 55,7% di Arezzo, insostenibile! Per restituire fiato e competitività al nostro sistema economico, è necessario ridurre in maniera incisiva la tassazione su artigianato e PMI e semplificare, sia a livello centrale sia a livello locale, gli adempimenti che determinano costi indiretti sulle imprese e ne diminuiscono la produttività”.
Sia l’assessore regionale Vittorio Bugli che il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani che Giacomo Giannarelli capogruppo M5S in Regione hanno riconosciuto la validità dell’indagine realizzata da CNA Toscana, strumento efficace per comprendere i vantaggi che derivano da fusioni e aggregazioni dei comuni, e sottolineato l’importanza di coinvolgere la società, cittadini e imprese, in queste processo proprio per creare la consapevolezza di tali vantaggi. è intervenuto nel dibattito anche Federico Ignesti, Sindaco del comune di Scarperia e San Piero, nato di recente dalla fusione dei due comuni, il quale ha portato testimonianza di questa esperienza positiva.
Il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni ha detto: “Noi riteniamo molto positiva l’idea di un meccanismo premiante e di coinvolgimento dei Comuni per arrivare alle fusioni, laddove ci siano le condizioni. Non ci convince invece, né a livello regionale nè nazionale, l’idea della obbligatorietà. Anci Toscana ha messo a disposizione i propri uffici per fare le valutazione ai territori interessati”.