Novanta arresti e sequestri per 250 milioni di euro
Lo stesso Giudice ha disposto anche il sequestro di numerosissime aziende, nonché di molteplici beni immobili e di conti correnti riferibili agli associati del gruppo camorristico ed ai loro prestanome. A Roma ed in Versilia, quello che ruota intorno alla famiglia Righi ed a Napoli, quello che ruota intorno alla famiglia Di Carluccio: nel primo caso, gli interessi imprenditoriali si riferiscono prevalentemente al settore della ristorazione; nel secondo, viene in evidenza -tra l’altro- la gestione (in sostanziale regime di monopolio nel territorio cittadino) di numerosi impianti di distribuzione di carburante.
Accanto a tali attività, è pure emersa una rete imprenditoriale (anch’essa di chiara matrice camorristica) operante nel settore del commercio di capi di abbigliamento (tra l’altro, prodotti da un’azienda di Prato), successivamente messi in vendita a Napoli ed in altre parti del territorio nazionale attraverso canali commerciali irregolari. Più in generale, risulta chiaramente rivelata l’esistenza di reti d’impresa ormai intimamente compenetrate in logiche prettamente criminali, ricevendo dal gruppo mafioso alimento finanziario e garanzia di agevolata penetrazione commerciale, di fatto sovrapponendosi le prospettive economiche dell’impresa ai vari aspetti della vita criminale dell’organizzazione. Il clan camorristico Contini
Altri decreti di sequestro preventivo sono stati emessi: a) in via d’urgenza, dalla Procura distrettuale antimafia di Napoli, dal Tribunale di Roma, e dal Tribunale di Firenze.
Il valore complessivo dei beni dei quali è stato disposto il sequestro è stimato in oltre 250 milioni di euro. Per il loro particolare rilievo nazionale, le attività investigative sono state coordinate dalla Procura nazionale antimafia e sono state dirette, oltre che dalla Procura distrettuale antimafia di Napoli, altresì dalla Procura distrettuale antimafia di Roma (per gli aspetti che concernono l’applicazione di misure di prevenzione nel territorio della capitale) e dalla Procura distrettuale antimafia di Firenze (al fine dell’esecuzione di decreti di perquisizione e sequestro funzionali all’accertamento di infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale toscano).