Le profezie di Valle Buia
CALCI (Pisa) – Presagi politici inquietanti. “Quell’ amministrazione è nata sotto una cattiva stella”. Le parole, quasi recitate da un’anziana donna di Valle Buia, non furono mai così tanto profetiche. E la donna, di cabala e preveggenza se ne doveva proprio intendere. Quando Bruno Possenti si sedette sulla poltrona di sindaco, era martedì 9 giugno 2009. Una data come tante altre, ma esattamente tre mesi dopo, tra l’8 e il 9 settembre, un vastissimo incendio sotto la Verruca, in una notte, mandò in cenere ettari e ettari di pineta e macchia mediterranea. Per chi crede alla cabala, quel triplo nove, se arrovesciato, diventa un simbolo satanico (come disse la vecchietta, riferendosi esclusivamente al numero 9. ndr). Sempre per parlare di casualità e numeri, il secondo consiglio comunale, quello successivo all’insediamento, fu indetto un giorno 17 alle ore 17. Hai visto mai! E fu nefasto. Per vari motivi, in quel consiglio comunale avvennero fatti che accesero la miccia per azioni giudiziarie che, a tutt’oggi, vedono ancora aperte le indagini.
La vecchina di Valle Buia di cose ne avrebbe avute da divinizzare, ma forse, cabala a parte, tutto era cominciato un po’ male fin dall’ inizio.
Dopo dieci anni, con due amministrazioni correttissime di Stefano Lazzerini, a Calci c’era un giusto equilibrio, sia politico che amministrativo. Lazzerini aveva trovato il paese con un bilancio dissestato, ma senza tanto apparire, e con le sue due giunte coese aveva, da ottimo amministratore qual’era, ed è tutt’oggi per la sua professione, fatto molto. Ora, in tanti rimpiangono il periodo dei sui mandati.
“La stessa macchina dell’amministrazione, gli uffici comunali, Stefano era riuscito a farli funzionare alla perfezione, soprattutto lavorare in armonia col personale e fra il personale – racconta un avventore del bar che guarda il comune – con una seria trasparenza amministrativa, non con vetri da acquario. I cittadini erano sempre informati su tutto, anche sul bilancio, cosa che ora non avviene più – e aggiunge sfogandosi – le scriva queste cose, perché anche le opposizioni fanno tante chiacchiere per apparire sul giornale, ma in realtà… lasciamo stare ”.
In quegli anni, vicesindaco era sempre stata Manuela Martini, che aveva ricoperto lo stesso ruolo anche in anni precedenti con altri sindaci. Manuela, donna solare e schietta, esperta nel settore oleario, era riuscita a portare il nome dell’olio di Calci, unica e importante risorsa, fuori dai confini paesani, all’estero, e addirittura negli Stati Uniti, facendo, nel contempo, promozione turistica al territorio della Valgraziosa. Un bel traguardo.
Sembrava naturale, quindi, che il Pd, di cui lei faceva parte, visto la sua popolarità e esperienza politico-amministrativa, la designasse alla successione di Lazzerini. Ma per bloccare il suo ingresso, in modo studiato e all’ultimo momento, venne deciso, come la sorpresa del prestigiatore che tira fuori il coniglio dal cilindro, di indire le primarie. E si candidò Bruno Possenti, finito nell’oblio dopo che, trent’anni prima, aveva fatto il sindaco per soli due anni, poi – allora la legge elettorale era diversa – aveva dovuto lasciare l’incarico per far posto ad un altro, un socialista.
Per le primarie si voleva candidare anche Paolo Rossi, storico politico calcesano, proveniente dalla vecchia Democrazia Cristiana, ma a lui il Pd sbarrò la strada per non far togliere voti a qualcun altro. Quella decisione avvenne una sera in municipio, nella stanza del sindaco, con “sbatacchiamento” di porte. E si andò alle primarie che, a sorpresa, ma ben calcolate, misero alla porta Manuela Martini e fecero vincere Bruno Possenti. Per spiegare l’aria che si respirava, un importante esponente della maggioranza, quando il conteggio dei voti dette il responso finale, disse sconsolato: “Tutto ormai è finito”. Mal di pancia, occhi lucidi e brindisi forzosi con calici pieni di fiele. Si chiudeva “la primavera calcesana”.
L’amministrazione di Bruno Possenti cominciava così, anzi “l’amministrazione dei pensionati Possenti-Piccioli” (come la chiamano a Calci ndr) perché, in realtà, gli amministratori sono due, in tandem: il sindaco e il vicesindaco-super-assessore Antonio Piccioli, e non sempre i cittadini sembra riescano a capire quando pedali l’uno, o quando l’altro. Una cosa è certa, proprio i calcesani hanno raccolto, in più di una occasione, centinaia e centinaia di firme contro questo tandem, per vari motivi, e diverse volte i consiglieri comunali di opposizione – raccontano – sono stati costretti ad abbandonare l’aula consiliare per protestare contro l’atteggiamento dei due politici.
Un fatto gravissimo, estremo, che la dice lunga sulla democrazia, un atto che, chi governa, dovrebbe sempre cercare di evitare per non diventare despota.
Ora, proprio all’interno del Pd locale, la contestazione a questa amministrazione è forte, anche se non appariscente. A sentire i bene informati delle segrete stanze, si dice che attualmente il Comune viene amministrato senza continuità, anzi, con “discontinuità”, rispetto alle precedenti amministrazioni. “Quello che era stato seminato e piantato e mai contestato dal partito – spiega un iscritto al circolo Arci, a due passi dal Comune – ora viene distrutto, senza raccoglierne i frutti, in modo pianificato”. Aria di burrasca in arrivo quindi?
Forse, ma è più probabile che si attenda il giro di boa di metà mandato per cominciare a tirare un po’ di somme.
“Le promesse della campagna elettorale vanno mantenute, e non basta apparire – chiosa un commerciante del centro – in questo momento di crisi generale, come cittadini vogliamo concretezza dal Palazzo. Non ci si improvvisa politici, magari per ambizioni personali e ripicche. Il tandem Possenti-Piccioli, come si chiama noi, potrebbe diventare un triciclo, vecchio e arrugginito”.
Tra sindaco e tre assessori, per il rinnovamento politico, hanno messo insieme un’età di 263 anni.
Con buona pace del sindaco Matteo Renzi di Firenze, sempre del Pd, che parla di rottamazione.
Nella foto a sinistra il nuovo e attuale sindaco Bruno Possenti, a destra il “vecchio” e stimato sindaco Stefano Lazzerini
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