La commissione Affari istituzionali, presieduta da Bugliani (Pd), licenzia a maggioranza le modifiche alle norme sul sistema delle autonomie locali e sul riordino delle funzioni provinciali
FIRENZE. Al fine di monitorare gli effetti che derivano dall’esercizio associato delle funzioni nei vari settori amministrativi di competenza regionale, sarà istituita la Conferenza permanente delle Unioni dei comuni, con il compito di valutare anche l’impatto concreto del processo associativo su comuni, cittadini e imprese. Sarà il presidente della Giunta regionale, o un suo assessore delegato, a presiederla e sarà composta dai presidenti delle Unioni di comuni e dal presidente toscano dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci).
È quanto prevede una proposta di legge sugli enti locali, licenziata stamani a maggioranza dalla commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd). Voto contrario dei consiglieri di Lega, astensione per il M5S. Le nuove norme modificano le leggi sul sistema delle autonomie locali (lr 68/2011) e sul riordino delle funzioni provinciali (lr 22/2015). In particolare cambia la disciplina per verificare se le funzioni esercitate dalle unioni di comuni sono effettivamente svolte ed aumentano i casi nei quali tale verifica diventa rilevante per la concessione dei contributi. Viene prevista una specifica premialità per le unioni che esercitano un numero maggiore di funzioni rilevanti, vengono definiti nuovi indicatori di efficienza e si amplia la possibilità d’intervento nella promozione dei servizi di prossimità. Per le unioni che operano sul territorio delle ex comunità montane, le risorse per le spese di funzionamento degli enti saranno distinte da quelle destinate alla forestazione. Per rendere coerenti gli ambiti di adeguata dimensione territoriale con le nuove zone distretto, la Giunta regionale, su richiesta della maggioranza dei sindaci dei comuni, potrà unificare gli ambiti stessi e potrà aggiornare l’elenco dei comuni montani in seguito a fusione, incorporazione, modifica dei confini o della denominazione.
La Giunta regionale dovrà inviare entro l’anno una relazione al Consiglio, in seguito tale obbligo sarà biennale, nella quale indicherà i contributi di premialità concessi per le buone pratiche, delle verifiche di effettività svolte e delle risorse trasferite ai comuni in situazione di maggior disagio.
“Vogliamo dare un organismo di consultazione per i provvedimenti che la Regione adotta rispetto all’associazionismo comunale, tenuto conto del valore istituzionale oggi assunto dalle unioni dei comuni – ha dichiarato il capogruppo Pd, Leonardo Marras – Sono esperienze che in Toscana affondano le proprie radici nelle circoscrizioni ed hanno assunto un valore autonomo per le comunità, che va al di là della loro organizzazione. Non c’entra nulla la partecipazione delle province, che adesso si configurano come grandi unioni di comuni, con funzioni proprie, a cui però quasi nessuna amministrazione comunale ricorre. La Conferenza permanente delle Unioni dei comuni ha una rilevanza specifica, che va riconosciuta al di là del Consiglio delle autonomie locali di nomina politica, ma non rappresentativo in senso stretto. Può essere utile la presenza all’interno della Conferenza del presidente dell’Unione delle province, ma non dei presidenti delle province toscane”.