Il Cittadino on line non è parte in causa
SIENA. E’ doverosa una premessa: il Cittadino di cui si parla nelle cronache giudiziarie NON è il Cittadinoonline.it, che nulla ha a che spartire con i personaggi in questione e all’epoca dei fatti non era ancora stato fondato dalla Cooperativa Prima Squadra scarl. Che – peraltro – non percepisce alcuna prebenda statale per l’editoria, essendo unicamente on line.
Negli ultimi giorni la Procura di Firenze ha fatto notificare dal Ros dei carabinieri 25 inviti a comparire ad indagati “accusati di truffa aggravata allo Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche dai fondi per l’editoria presso il Dipartimento di Informazione ed editoria alla Presidenza del Consiglio”. Il destinatario più conosciuto è Denis Verdini, massimo esponente regionale del Pdl; detti inviti a comparire consegnati, come recita l’atto datato 6 dicembre 2012, “al solo fine di interrompere la prescrizione”. L’indagine della Procura avrebbe fatto emergere una truffa allo Stato per complessivi 24,3 milioni di euro, così suddivis: 12,5 mln di euro girati su Il Giornale della Toscana; 10 mln di euro per la testata fiorentina Metropoli Day; 1,8 mln per Il Cittadino di Siena. Nonostante i finanziamenti statali, risulterebbe che questi giornali abbiano nel tempo cessate le pubblicazioni. Riconoscendo a Verdini il ruolo di dominus del gruppo editoriale Nuova editoriale cooperativa a responsabilità limitata, quindi per la procura promotore, animatore e finanziatore, si ipotizza che esso non avesse i requisiti, tra cui quello necessario che le testate fossero edite da una cooperativa giornalistica o da un ente senza scopo di lucro, per ricevere i fondi per l’editoria per molti anni.
Così gli inquirenti definiscono “palesemente fittizia” la natura cooperativa della società Nuova editoriale cooperativa a responsabilità limitata, socia di maggioranza della srl Società Toscana di Edizioni (Ste), editrice de Il Giornale della Toscana. “Fittizia – viene spiegato – anche perché i soci, che compaiono nella lista degli indagati, non prestavano attività lavorativa dipendente o autonoma nella testata, né partecipavano alla gestione”, come dovrebbe avvenire nelle cooperative. La gestazione della coop “fu finanziata dal costruttore pratese Roberto Bartolomei (anch’esso indagato), insieme a Verdini proprio per avere voluto creare una cooperativa di controllo della Ste srl, tale da essere idonea a recepire fondi dello Stato in quanto coop. Così, dicono gli inquirenti, la cooperativa ‘fittizia’ Nuova Editoriale ha chiesto i contributi al Dipartimento per l’editoria presso la Presidenza del Consiglio inducendolo in errore e ottenendo i fondi dal 2002 al 2009. Mentre per il 2010 e il 2011, benché sia stata fatta domanda, i soldi non sono stati erogati. Analogamente lo stesso schema – così ricostruisce l’accusa – sarebbe stato usato per favorire le editrici delle altre testate – Metropoli Day e Il Cittadino – passate al vaglio degli inquirenti”. Secondo l’accusa, nella lunga lista degli indagati ci sarebbero: “l’on. Parisi, coordinatore in Toscana del Pdl, sarebbe stato ideatore e pianificatore delle operazioni insieme a Verdini; gli imprenditori Girolamo Strozzi e Pierluigi Picerno; gli editori Fabrizio Nucci e Duccio Rugani, i revisori dei conti e i soci, considerati ‘fittizi’ dalla procura”.
L’inchiesta ha raccolto negli ultimi mesi anche le testimonianze dei giornalisti che lavoravano nelle testate del gruppo editoriale di cui gli inquirenti considerano Verdini amministratore di fatto.