Adusbef e Federconsumatori polemici sul canon Rai in bolletta
ROMA. L’addebito in conto corrente del canone Rai a tutti gli utenti elettrici che hanno domiciliato, in banca o alla posta, le bollette della luce a prescindere del possesso o meno di un televisore, presumendo che tutti abbiano una Tv, potrebbe configurare gravi reati, quali appropriazione indebita ed estorsione.
Esigere il canone non già ai possessori di apparecchi televisivi, ma a chiunque abbia un’utenza elettrica ossia famiglie, imprese, uffici pubblici, condomini, pensionati, studenti e disoccupati, con evidente lesione di norme costituzionali, nell’ennesimo tentativo di fare cassa dalle tasche dei cittadini, ancora liberi di decidere se possedere o meno un televisore, riporta l’Italia indietro al quinto secolo, quando i signorotti di turno imponevano gabelle medievali.
O forse all’età delle caverne, nella quale il Governo vorrebbe riportare gli italiani i quali, se vogliono l’illuminazione nel loro domicilio, quindi un’utenza elettrica, debbono pagare forzatamente un canone con la supposta presunzione di avere una Tv incorporata. Un conto è combattere l’evasione del canone Rai, altro è l’inammissibile obbligo di addossare nelle bollette dell’energia elettrica, già gravate da oneri di sistema, tasse e vari balzelli, l’ennesima tassa di scopo, come quella del canone Tv anche a coloro che hanno la libertà di non voler possedere in casa un televisore.
L’addebito diretto delle bollette sul conto corrente bancario o postale, che si intendono in ogni caso estese al pagamento del canone di abbonamento televisivo, qualora si siano date autorizzazioni alle società elettriche per il pagamento della luce, può configurare i reati di appropriazione indebita ed estorsione, che Adusbef e Federconsumatori stanno valutando di presentare come denunce penali anche a carico delle aziende, assieme ai ricorsi in sede civile, per l’evidente lesione dei principi costituzionali di non individuare con certezza il destinatario di gabelle o tasse, ma secondo arbitrari criteri, presunti e/o presumibili.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)