ROMA. Sarebbe nelle mani di un altro gruppo di ribelli Eugenio Vagni, mentre l'esercito filippino assicura di essere pronto a "nuove azioni militari" per liberare il volontario della Croce rossa internazionale. Dopo l'annuncio del blitz voluto questa notte dal governo filippino, sulla sorte di Vagni si sono susseguite in mattinata le notizie, anche contraddittorie, sulla sue sorte. Mentre da Roma la Farnesina invitava alla "cautela". Stamane infatti il capo della polizia filippina Jesus Verzosa aveva diffuso la notizia che Vagni fosse stato abbandonato dai suoi rapitori, annunciando che il governo aveva offerto una ricompensa di 500 mila pesos (oltre 10 mila euro) a chi avesse fornito informazioni sul luogo in cui si trova l'italiano. Immediato era giunto l'invito alla "prudenza" della Farnesina, mentre c'era già chi parlava della sua liberazione. A distanza di poche ore, lo stesso Verzosa aveva invece parlato di un passaggio di consegne: il volontario della Croce rossa internazionale sarebbe stato consegnato ad altri ribelli. "Abbiamo avuto notizia -aveva detto- che Vagni è stato lasciato dai suoi sequestratori ad un altro gruppo che si trova nella zona".
Vagni, dunque, sarebbe ora nelle mani di altri ribelli sempre del gruppo di Abu Sayyaf. Anche su questo punto però, secondo il portavoce dei militari Edgard Arevalo non ci sarebbero certezze.
Vagni, dunque, sarebbe ora nelle mani di altri ribelli sempre del gruppo di Abu Sayyaf. Anche su questo punto però, secondo il portavoce dei militari Edgard Arevalo non ci sarebbero certezze.