Massimo Vivoli (Confesercenti): "Il governo intervenga"
FIRENZE. Sono circa 8 mila i commercianti coinvolti in vario modo nel fenomeno dell’usura nella regione Toscana. Si tratta del 10,6 % sul totale degli attivi, in linea con i dati nazionali che vedono la crescita delle denunce di usura del 15 % in un solo anno. Un dato in gran parte frutto delle difficoltà causate dalla attuale fase recessiva. Aumenta, infatti, il numero delle imprese costrette a chiudere e dei suicidi di imprenditori e commercianti in difficoltà economiche. Questo il quadro presentato da Massimo Vivoli, presidente di Confesercenti Toscana, intervenuto all’iniziativa organizzata da Sos Impresa e Rete per la legalità, che ha messo al centro dell’analisi il rapporto sempre più stretto tra mafia ed economia malata. All’incontro, oltre le numerose vittime che hanno denunciato, erano presenti anche: Lino Busà, già presidente di Sos Impresa, Filippo Bubbico, già vice ministro all’Interno, Lorenzo Diana presidente Rete per la legalità. “Un appuntamento importante – ha spiegato Vivoli – con le realtà impegnate nella lotta al racket e usura, di cui anche la nostra organizzazione è protagonista. Il rapporto tra mafia ed economia – ha sottolineato ancora il presidente di Confesercenti Toscana – è ormai consolidato: gli affari di famiglie e clan hanno superato i confini delle regioni di tradizionale radicamento per raggiungere tutto il territorio nazionale. I clan ‘investono’ sempre più nelle zone ricche, con nuove e meno evidenti forme di controllo di mercato e territorio, lasciando nei paesi di origine le forme classiche di controllo mafioso del territorio. Anche la Toscana non fa eccezione. L’usura in tempi di crisi ha raggiunto livelli altissimi e il tributo pagato dai commercianti toscani non è esente”. “Sappiamo bene – ha poi proseguito Vivoli – quanti sono i commercianti che si rivolgono alle nostre sedi per denunciare l’impossibilità di avere accesso al credito, ai finanziamenti necessari per proseguire la propria attività. A tale proposito, è importante sottolineare il ruolo dei Comfidi che, in questi anni bui, sono riusciti a dare sostegno alle Pmi. Chiediamo al Governo – conclude il presidente – di mettere nell’agenda anche i problemi che la nostra realtà produttiva sta vivendo, rivedere la legge antiusura in grado di poter individuare anche quelle figure camaleontiche, bene mescolate con la realtà economica sana dei territori”.