Gli esuberi in Italia saranno 3900, che si aggiungono ai 5600 del vecchio piano
MILANO. Unicredit ha lanciato un aumento di capitale da 13 miliardi di euro, interamente garantito “da un consorzio formato da primarie banche internazionali che hanno sottoscritto un pre-underwriting agreement ai sensi del quale si sono impegnate a sottoscrivere un underwriting agreement avente per oggetto la sottoscrizione delle nuove azioni eventualmente non sottoscritte all’esito dell’asta dei diritti inoptati, fino a concorrenza di 13 miliardi”. L’assemblea per approvazione dell’aumento è in calendario per il 12 gennaio prossimo.
Unicredit non prevede alcun pagamento di dividendo nel 2016, mentre per gli anni successivi indica una politica di distribuzione dei dividendi cash del 20%-50%. Nel piano strategico 2016-2019, il gruppo prevede di rafforzare il patrimonio attraverso alcune misure. Innanzitutto indica l’esecuzione del progetto Fino: un de-risking, in due fasi, di 17,7 miliardi di euro di prestiti lordi in sofferenza per mezzo di un portafoglio cartolarizzato del quale la banca cederà a investitori una quota omogenea pari almeno al 20% in una prima fase nel 2017. Tra le misure: ulteriori rettifiche di partecipazioni e altre svalutazioni per un importo totale di 4,1 miliardi e un onere totale una tantum di 12,211 miliardi nel quarto trimestre del 2016.
Nel piano ‘Transform 2019’ la banca prevede “ulteriori 6.500 esuberi netti entro il 2019, per una riduzione totale netta di circa 14.000 unità entro il 2019, con un risparmio dei costi per il personale pari a 1,1 miliardi”.
I nuovi esuberi in Italia previsti nel piano 2016-2019 di Unicredit sono 3900 (-19%). E quanto si legge nelle slide di presentazione illustrate oggi a Londra in occasione del Capital Market Day. I 3900 si aggiungono ai 5600 che erano già previsti nel vecchio piano per un totale di 9.500. Questo dato riguarda sia la rete commerciale sia Ubis. Se si considera invece la sola rete commerciale, il taglio previsto e’ del 21%. Includendo anche la rete commerciale di Austria e Germania, Ubis Austria e Ubis Germania e ‘altro’, si tratta di un taglio di 6400 unità che aggiunge alle 8000 del vecchio piano al 2015 diventano 14.400. In Italia gli esuberi sono dunque il 65% del totale.