INDONESIA. Quasi mille morti accertati in un bilancio destinato drammaticamente ad aumentare: l'Asia sudorientale ed il Pacifico fanno i conti con le devastazioni causate da terremoti, tsunami e tifoni. In Indonesia i cadaveri recuperati sono almeno 529, oltre 140 quelli nelle isole Samoa, almeno 380 nelle Filippine e Vietnam flagellate dal tifone Ketsana, mentre è allerta per l'arrivo di Parma, una tempesta con una potenza ancora maggiore. E mentre i soccorritori arrivano nelle aree interessate dai disastri, la terra trema ancora: stamani una nuova forte scossa, di magnitudo 6,6 Richter, è stata registrata sull'isola indonesiana di Sumatra, a sud della zona colpita ieri da un sisma di 7,6 Richter. E' qui che la situazione è più drammatica: le autorità temono che il bilancio finale delle vittime del terremoto possa superare quello del sisma di Giava del 2006: allora, i morti furono oltre 5.000. Il bilancio provvisorio è di "almeno 529 morti e 500 feriti". La città più colpita, secondo le autorità, è quella di Padang. Migliaia le persone che si presume siano ancora intrappolate sotto le macerie. La gente usa martelli, scalpelli anche le mani nude per scavare tra i detriti alla ricerca dei sopravvissuti. I feriti vengono curati all'esterno degli ospedali crollati, non lontano dagli obitori di fortuna messi in piedi per raccogliere i cadaveri. Nell'isola di Toputapu, a Tonga, è stato cancellato il 90% delle abitazioni. Centinaia i dispersi, tra loro anche numerosi britannici, australiani e neozelandesi. Le autorità locali ricevono decine di telefonate dai parenti dei turisti e residenti stranieri, che cercano disperatamente notizie sui propri cari.