ROMA. Maxi operazione dei carabinieri del Ros contro la tratta di esseri umani: 30 le ordinanze di custodia cautelare in corso di esecuzione in queste ore in Italia, Nigeria ed altri Paesi europei. Smantellata un'organizzazione a delinquere che reclutava ragazze nel Paese africano e le costringeva a prostituirsi in Italia, riducendole in stato di schiavitù, con minacce di vario genere. Tra gli indagati anche due medici italiani che avrebbero fatto abortire alcune delle giovani.
A coordinare le indagini è la Procura distrettuale antimafia di Ancona, che ha chiesto ed ottenuto provvedimenti restrittivi nei confronti 30 persone, tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Al centro degli accertamenti del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma un sodalizio transnazionale, di matrice prevalentemente nigeriana, dedito allo sfruttamento di connazionali, fatte giungere illegalmente in Italia e ridotte in schiavitù con il ricorso a violenza, riti esoterici e minacce ai familiari nel paese di origine. Documentate anche numerose interruzioni di gravidanza delle vittime da parte di due medici italiani e di due nigeriani, considerati dagli investigatori "referenti del sodalizio nella capitale", che sono stati raggiunti da un'ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Roma.
A coordinare le indagini è la Procura distrettuale antimafia di Ancona, che ha chiesto ed ottenuto provvedimenti restrittivi nei confronti 30 persone, tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Al centro degli accertamenti del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma un sodalizio transnazionale, di matrice prevalentemente nigeriana, dedito allo sfruttamento di connazionali, fatte giungere illegalmente in Italia e ridotte in schiavitù con il ricorso a violenza, riti esoterici e minacce ai familiari nel paese di origine. Documentate anche numerose interruzioni di gravidanza delle vittime da parte di due medici italiani e di due nigeriani, considerati dagli investigatori "referenti del sodalizio nella capitale", che sono stati raggiunti da un'ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Roma.