Adusbef sollecita le procure ad intervenire
ROMA. “Ai sensi della Legge 172/2017 per i servizi di comunicazione elettronica e reti televisive, dal 25/03 i servizi e le eventuali promozioni attive sul tuo numero subiranno una modifica delle condizioni contrattuali e si rinnoveranno mensilmente anziché ogni 4 settimane…… Il numero dei rinnovi mensili della tua offerta si riduce da 13 a 12 e di conseguenza l’importo di ciascun rinnovo aumenterà dell’8,6%”.
Mentre l’inutile, filogovernativa AgCom è impegnata ad emettere defatiganti delibere per imbavagliare la libertà di stampa nel dibattito elettorale, chiedendo in violazione dell’art. 21 della Costituzione sulla libertà di stampa (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”),l’orientamento politico dei giornalisti, le compagnie telefoniche che avevano il dovere di restituire ai cittadini scippati con un colpo di modifica unilaterale del calendario gregoriano,circa 2,4 mld di euro,continuano gli abusi seriali.
Adusbef, che aveva duramente contestato la scandalosa fatturazione delle bollette a 28 giorni, utilizzate dalle compagnie telefoniche e dalle tv a pagamento per far lievitare il costo degli abbonamenti, col risultato che in un anno paghiamo 13 ‘mensilità’ invece che 12, con un incremento dell’8,6 rispetto al passato, ed un aggravio tangibile di circa 35-40 euro l’anno per ogni famiglia su un consumo medio telefonico, ben 1,2 mld di euro annui complessivi, stimati da AGCOM; presentato una petizione su Change.org https://www.change.org/p/paolo-gentiloni-no-a-fatturazione-bollette-cadenza-28-giorni-si-alla-class-action-azione-collettiva, che aveva raccolto 173.800 firme; esposti-denunce alle maggiori Procure della Repubblica, ipotizzando i reati delittuosi di truffa ed appropriazione indebita, spera vengano incriminati i rappresentanti legali autori di tali truffe seriali collettive.
Non è accettabile che invece di far restituire o compensare agli utenti frodati l’indebito lucro, frutto di inaccettabili fatturazioni truffaldine, le compagnie telefoniche – con l’avallo delle contigue autorità e di una maggioranza di governo che su veto di Confindustria ha bloccato la legge sulla class action, giacente al Senato dal 3 giugno 2014, uno dei pochi deterrenti contro i predoni del mercato, che ricorrono ad artifici e raggiri per conseguire ingenti profitti sulla pelle delle famiglie, formidabile strumento- come negli Stati Uniti dove è in vigore da oltre 1 secolo- per impedire illeciti guadagni mediante pratiche commerciali scorrette, possano impunemente agire in aperta violazione della legge 172/2017 col silenzio-assenso delle autorità di regolazione dei mercati.
Antonio Tanza (presidente ADUSBEF)