ROMA. È stato il tavolo del ministero del Lavoro più complesso degli ultimi mesi ma alla fine la mediazione del Welfare ha trasformato i 470 esuberi di Telecom Italia in 1.054 contratti di solidarietà. Il ministro Maurizio Sacconi aveva rivolto all'azienda un esplicito invito «a una moratoria dei licenziamenti e a una rinuncia a essi per sostituirli con accordi di solidarietà». Adesso, la firma dell'intesa tra Telecom e Slc, Fistel e Uilcom conferma «l'Italia come il paese nel quale i rapporti di lavoro durante la crisi vengono quanto più mantenuti – aggiunge Sacconi –, anche se talora si riducono le ore lavorate». Nel caso dei dipendenti della Telecom i sindacati hanno ottenuto che i part time al 50% venissero esclusi dal perimetro dell'accordo, mentre per gli altri sono state scelte riduzioni diverse. Per i full time del 47%, mentre per i part time 75% l'orario si accorcerà del 33% e per quelli 65% del 23%. Senza penalizzare troppo lo stipendio che dovrebbe mantenersi intorno al 97%. I nuovi contratti partiranno dal primo settembre e avranno valore per due anni, fino al 31 agosto del 2011. Sulla chiusura delle sedi è previsto il ricorso a strumenti alternativi quali la ricollocazione su strutture presenti nel medesimo comune, incentivazioni alla mobilità volontaria e telelavoro, mentre le mobilità territoriali potranno avvenire solo con il consenso dei lavoratori. L'amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, spiega che «l'accordo conferma ancora una volta come l'operato dell'azienda sia sempre guidato, in prima battuta, dall'esigenza di garantire il rispetto e la tutela dei lavoratori in un positivo confronto con le organizzazioni sindacali, conciliando al contempo la volontà di proseguire con determinazione nel percorso tracciato con il piano industriale del dicembre 2008 verso la piena realizzazione della lean company – società snella – moderna ed efficiente, che valorizzi sempre di più il ruolo di operatore nazionale di riferimento e la leadership nelle telecomunicazioni».