ROMA. Si chiama Sox2, ma potrebbe essere ribattezzata "proteina dei ricordi". Secondo uno studio finanziato da Telethon e pubblicato su Nature Neuroscience da Silvia Nicolis, ricercatrice dell'Università degli studi di Milano Bicocca la proteina è coinvolta nello sviluppo dell' ippocampo e nel mantenimento della memoria a lungo termine. In particolare, l'Sox2 è risultata capace di indurre la produzione di molecole-segnale coinvolte nel mantenimento delle cellule staminali neurali anche dopo la nascita. La scoperta nasce dall'osservazione dei bambini che nascono con una mutazione nel gene Sox2 (poche decine in tutto il mondo) e che sviluppano epilessia, cecità, problemi cognitivi e mancato sviluppo dell'ippocampo. Nei topi geneticamente modificati, i ricercatori sono riusciti a curare in buona parte la malattia fornendo nei primi giorni di vita un farmaco che mima l'azione di una delle molecole-segnale stimolate da Sox2 e che viene a mancare quando Sox2 non funziona. Secondo gli esperti è comunque difficile pensare a un utilizzo immediato della cura nei pazienti con difetti in Sox2. La scoperta però potrebbe aprire speranze di cura per i tumori cerebrali infantili. "In questi tumori – spiega Nicolis – aggressivi e farmacoresistenti, Sox2 risulta molto attivo e potrebbe avere un ruolo 'rovesciato'". Di qui l'ipotesi che potrebbe contribuire al mantenimento delle cellule tumorali. Se questo fosse confermato, Sox2 potrebbe diventare un nuovo bersaglio farmacologico. In prospettiva più lunga, infine, la scoperta potrebbe rivelarsi utile per contrastare malattie neurodegenerative quali il morbo di Alzheimer o di Parkinson.