Tesoro: "Una scelta già superata dai fatti"
NEW YORK. Standard & Poor’s ha tagliato il rating dell’Italia, portandolo da ‘BBB+’ a ‘BBB’. L’outlook é negativo, soggetto a possibili nuovi downgrade. S&P peggiora le stime sulla contrazione dell’economia italiana per quest’anno, portandole da -1,4% a -1,9%. E’ quanto si legge in una nota dell’agenzia, nella quale si stima anche che il Pil pro capite per 2013 sarà pari a 25 mila euro, “al di sotto dei livelli del 2007”.
noltre S&P stima un debito al 129% del Pil alla fine del 2013 e che non scenderà “a meno che il surplus di bilancio, con l’esclusione delle spese per interesse, non si avvicinera’ al 5% del Pil”.
“Nel 2013 – si legge nella nota di S&P – gli obiettivi di bilancio dell’Italia sono potenzialmente a rischio per il differente approcciio nella coalizione di governo” per la copertura del disavanzo, “frutto della sospensione dell’Imu e del possibile ritardo pianificato dell’Iva”. Il downgrade di S&P, come si legge in una nota dell’agenzia, “riflette la nostra convinzione circa gli effetti di un ulteriore indebolimento della crescita sulla struttura economica e sulla capacità di recupero dell’Italia”. Dura la reazione del Tesoro secondo il quale la decisione di S&P di tagliare il rating dell’Italia “é una scelta già superata dai fatti, retrospettiva, e non tiene conto delle misure prese dal governo sulla crescita e sulla competitività”.
noltre S&P stima un debito al 129% del Pil alla fine del 2013 e che non scenderà “a meno che il surplus di bilancio, con l’esclusione delle spese per interesse, non si avvicinera’ al 5% del Pil”.
“Nel 2013 – si legge nella nota di S&P – gli obiettivi di bilancio dell’Italia sono potenzialmente a rischio per il differente approcciio nella coalizione di governo” per la copertura del disavanzo, “frutto della sospensione dell’Imu e del possibile ritardo pianificato dell’Iva”. Il downgrade di S&P, come si legge in una nota dell’agenzia, “riflette la nostra convinzione circa gli effetti di un ulteriore indebolimento della crescita sulla struttura economica e sulla capacità di recupero dell’Italia”. Dura la reazione del Tesoro secondo il quale la decisione di S&P di tagliare il rating dell’Italia “é una scelta già superata dai fatti, retrospettiva, e non tiene conto delle misure prese dal governo sulla crescita e sulla competitività”.