CASTROVILLARI (COSENZA). Sfruttavano donne, soprattutto rumene, e le costringevano a prostituirsi. Sotto il loro dominio anche ragazze minorenni e donne incinte. E' stata sgominata dalla Polizia in provincia di Cosenza una organizzazione criminale composta da italiani e rumeni.
Agli arrestati viene contestata l'associazione per delinquere finalizzata all'induzione e allo sfruttamento della prostituzione. L'organizzazione che è stata sgominata avrebbe avuto diramazioni anche in Emilia Romagna.
Esplicito il nome dato all'operazione anticrimine "Ursaru" che in rumeno vuoli dire "sfruttatore".
Il Commissariato di Castrovillari, oltre ad eseguire le dieci ordinanze di custodia cautelare, sta effettuando una serie di perquisizioni a Sibari, in altri centri dell'Alto Jonio cosentino ed in Emilia Romagna.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip di Castrovillari su richiesta della Procura della Repubblica. L'indagine che ha portato all'emissione delle ordinanze di custodia cautelare si basa su una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali è emersa la fitta rete di rapporti e complicità tra i componenti dell'organizzazione per lo sfruttamento nell'attività di prostituzione nella quale erano coinvolte decine di donne, molte delle quali romene.
Agli arrestati viene contestata l'associazione per delinquere finalizzata all'induzione e allo sfruttamento della prostituzione. L'organizzazione che è stata sgominata avrebbe avuto diramazioni anche in Emilia Romagna.
Esplicito il nome dato all'operazione anticrimine "Ursaru" che in rumeno vuoli dire "sfruttatore".
Il Commissariato di Castrovillari, oltre ad eseguire le dieci ordinanze di custodia cautelare, sta effettuando una serie di perquisizioni a Sibari, in altri centri dell'Alto Jonio cosentino ed in Emilia Romagna.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip di Castrovillari su richiesta della Procura della Repubblica. L'indagine che ha portato all'emissione delle ordinanze di custodia cautelare si basa su una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali è emersa la fitta rete di rapporti e complicità tra i componenti dell'organizzazione per lo sfruttamento nell'attività di prostituzione nella quale erano coinvolte decine di donne, molte delle quali romene.