L'equipaggio - di cui fanno parte tre campani (tra cui il comandante), un triestino e un laziale di Gaeta, oltre a 17 marittimi indiani - sta bene
ROMA (ansa)- Attaccata e sequestrata dai pirati una petroliera italiana in pieno Oceano Indiano. Contro la nave sono stati sparati colpi di mitra e lanciati quattro razzi Rpg da bordo di un barchino: illesi i 22 membri dell’equipaggio, 5 italiani e 17 indiani. La motonave sta ora dirigendo verso le coste somale e sulle sue tracce si è messa la fregata ‘Zeffiro’ della Marina militare. L’attacco alla petroliera italiana ‘Savina Caylyn’ – un bestione da 105 mila tonnellate, di proprietà della società armatrice di Napoli ‘Fratelli D’Amatò – è avvenuto stamani quando la nave era in navigazione da Bashayer (Sudan) verso Pasir Gudang (Malaysia). Si trovava a 880 miglia dalla Somalia e a 500 dall’India: lontanissimo dalla costa, dunque, e questo significa – viene sottolineato da fonti della Marina militare – che il barchino di pirati è stato presumibimente messo in acqua da una cosiddetta “nave madre” che incrocia in quella zona. Il comandante della petroliera ha tentato di sottrarsi ai pirati compiendo le manovre ‘evasive’ previste in questi casi – accelerazione della velocità, repentini cambi di rotta – e usando potenti getti d’acqua contro lo ‘skiff’, la particolare imbarcazione utilizzata per l’abbordaggio, ma i malviventi non hanno esitato a usare mitra e lanciarazzi Rpg, riuscendo così a salire a bordo e a impossessarsi della motonave, dirigendosi verso le coste della Somalia. Scattato l’allarme, grazie al sistema satellitare di cui è dotata la nave, si è immediatamente mobilitata la missione antipirateria ‘Atlanta’ dell’Unione Europea: una flotta (Eunavfor) di cui fa parte anche la fregata italiana Zeffiro, cui è stato ordinato di dirigere sul posto.
La nave militare, distante circa 540 miglia, non arriverà però prima di domani. Anche una nave olandese della stessa missione Ue ed una unità della Nato stanno monitorando da vicino il sequestro, mentre nei prossimi giorni potrebbe giungere nell’area un’altra nave della Marina italiana, il pattugliatore Comandante Fulgosi, che in tarda mattinata ha superato lo stretto di Suez. Da Bruxelles, quartier generale di Eunavfor, confermano che i pirati si stanno dirigendo verso la Somalia dove “presumibilmente – riferisce il portavoce della missione, Paddy O’Kennedy – cercheranno di stabilire contatti con la proprietà per chiedere il loro riscatto. E’ quanto è successo in tutti gli altri casi, una procedura pressoché standard”. Ma a Napoli dicono che ancora “non sono giunte richieste di riscatto”, anche se – spiega Pio Schiano, direttore della “Fratelli D’Amato” – “c’é stato un contatto telefonico, presumibilmente con uno dei cinque pirati. Non parlava inglese, ma in sottofondo abbiamo sentito la voce del comandante”.
L’equipaggio – di cui fanno parte tre campani (tra cui il comandante), un triestino e un laziale di Gaeta, oltre a 17 marittimi indiani – comunque sta bene.