ROMA. Il memoriale di Bankitalia, che nei giorni scorsi, dopo lo scaricabarile con la Consob e le opinabili reciproche competenze, ha cercato di addossare al ministero dell’Economia e delle Finanze le responsabilità sull’esproprio del risparmio, rivelando il veto della Ue ad utilizzare il Fondo interbancario di tutela dei depositi per salvare azionisti ed obbligazionisti subordinati di Banca Marche, Etruria, CariFerrara e CariChieti, espropriati con il decreto del Governo del 22 novembre 2015, si ritorce contro la Banca d’Italia diventando un vero e proprio boomerang.
Nei giorni scorsi infatti, una memoria di Bankitalia, ha ricostruito per la prima volta (con l’usuale parzialità che la contraddistingue), quanto accaduto tra Roma e Bruxelles nei mesi che hanno preceduto il decreto del 22 novembre scorso sulla risoluzione delle quattro banche, in un documento presentato per opporsi alla richiesta di annullamento del decreto avanzata dalla Fondazione CariJesi (azionista di Banca Marche) al Tar del Lazio, per il quale si è tenuta la camera di consiglio il primo marzo 2016.
Bankitalia aveva cercato di addossare le proprie responsabilità sul Mef, reo di aver cercato soluzioni per le 4 banche in crisi, da tempo commissariate da Bankitalia, con il coinvolgimento del Fondo Interbancario di tutela dei depositi (Fitd), nonostante Bruxelles avesse avvertito il ministero dell’ Economia (Mef) fin dall’ ottobre 2014 e più volte ribadito, che qualunque intervento del Fitd sarebbe stato considerato un aiuto di Stato dalla Commissione.
Ma poiché anche Bankitalia sapeva dei “no” della Commissione Ue ai salvataggi degli istituti in crisi, ed era perfettamente consapevole ed informata degli ostacoli di Bruxelles all’utilizzo del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) per i salvataggi degli istituti in crisi, perché non è intervenuta in tempo, per evitare l’esproprio del risparmio, con l’aggravante che conosceva perfettamente da oltre 1 anno che su 623 miliardi di bond bancari, l’11%, ossia 67 mld erano subordinati ed il 46,1%, circa 32 miliardi in mano alle famiglie, quindi espropriabili in caso di crac ?
Perché Bankitalia, che in una intervista del D.G. Salvatore Rossi pubblicata dal Corriere della Sera l’11 dicembre 2015, garantiva che: “Banca d’Italia aveva chiesto di vietare la vendita dei bond rischiosi”, non ha chiesto alle banche di riacquistare quei titoli rischiosi, evitando l’incombente esproprio criminale del risparmio ?
Per cercare verità e giustizia e chiarire anche questo indecoroso scaricabarile tra le Istituzioni, Adusbef, Federconsumatori e le Vittime del Salva Banche, hanno indetto l’ennesimo presidio il 16 marzo prossimo, davanti al Mef in Via XX settembre a Roma, a partire dalle ore 11,00. Per tutelare la dignità degli espropriati, che hanno diritto ai rimborsi integrali, non alle elemosine arbitrali.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)