Gli azionisti decideranno in autonomia il da farsi
MILANO. Il patto di sindacato della Rcs Mediagroup, che nella forma attuale durava dal 1997 (allora era il patto della Hdp, a sua volta erede del sindacato di blocco azioni Rizzoli Editore, costituito nel 1984), sparirà. “Il patto è stato sciolto, liberi tutti”, ha annunciato al termine della riunione tenutasi nella sede di via San Marco (in vendita), nel centro di Milano, il presidente facente funzione del patto, Francesco Merloni. Merloni ha anche chiarito che ad oggi non sono state individuate soluzioni alternative, come un patto di consultazione, ipotesi che era stata ventilata nei giorni scorsi (“No”, ha risposto). Finisce dunque il cosiddetto ‘salotto buono’ per antonomasia, mentre l’altro, il patto di Mediobanca, è fortemente dimagrito, essendo sceso al 30% del capitale.
“I partecipanti – ha comunicato il patto, prossimo allo scioglimento – hanno condiviso la ferma convinzione che una gestione e una governance efficiente, altamente responsabile, non richiedano più il tipo di collaborazione assicurata dal patto ora in scadenza”. I soci “hanno convenuto che il patto non venga ulteriormente rinnovato e cessi anticipatamente con la formalizzazione del relativo addendum, che avverrà presumibilmente entro la fine” di ottobre. Da allora in poi “ciascun partecipante si riserva in piena autonomia ogni decisione in ordine all’esercizio dei diritti inerenti alle proprie azioni”. Insomma, anche Rcs sembra destinata a diventare una società normale, i cui azionisti decidono in autonomia il da farsi.
I pattisti, infatti, “hanno altresì preso atto con soddisfazione che presidente e amministratore delegato di Rcs Mediagroup, nella forma e tempi nonché con i criteri che riterranno più opportuni e, beninteso, nel più rigoroso rispetto della normativa vigente, periodicamente illustreranno ad azionisti e investitori, inclusi ovviamente gli investitori che fecero già parte del patto, risultati, obiettivi e problematiche di Rcs Mediagroup e del suo gruppo”.
Nella nota del patto non mancano un’attestazione di “piena fiducia” nel piano presentato dal management e nel direttore del Corriere della Sera. Il patto sottolinea “l’importanza della continuità, della stabilità e indipendenza della gestione editoriale e della conduzione della maggiore testata”.
L’azionariato della Rcs Mediagroup vede al primo posto Fiat (20,55% del capitale, secondo dati Consob); al secondo Mediobanca (14,99%); al terzo Diego Della Valle (8,95%) e al quarto Intesa SanPaolo (6,54%). I primi due soci, Fiat e Mediobanca, si sono incontrati in separata sede subito dopo la fine del patto: il presidente della Fiat John Elkann si è recato nella sede di Mediobanca, dove si è trattenuto per circa un’ora, mentre nel palazzo erano presenti sia l’amministratore delegato Alberto Nagel che il presidente Renato Pagliaro.
In sede c’era anche il vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona, che non ricopre più alcuna carica in Mediobanca (ha lasciato il cda nell’aprile 2012 per via delle norme sui doppi incarichi varate dal governo Monti). Palenzona ha lasciato la sede della banca d’affari intorno alle 19.30 insieme a John Elkann. I due sono scesi insieme in cortile e si sono salutati in cortile, visti dai cronisti.
I vertici di Mediobanca, secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, avrebbero presentato ad Elkann Palenzona, in un incontro conoscitivo tra il primo azionista di Rcs e il vicepresidente del primo socio del secondo azionista della società editoriale.